Troppi gli alberi nel Brembo:
«Un pericolo in caso di piene»

Mercoledì saranno trascorsi 25 anni dall'alluvione in Valle Brembana: ma l'immagine della devastazione portata dalla furia del Brembo è ancora viva. Furono giorni, settimane di tragedia ed emergenza. Per gli esperti oggi i troppi alberi rappresentano un pericolo.

Mercoledì saranno trascorsi 25 anni dall'alluvione in Valle Brembana: ma l'immagine della devastazione portata dalla furia del Brembo è ancora viva. Furono giorni, settimane di tragedia ed emergenza. Cadde tantissima acqua: quel 18 luglio, in tre ore, ben 245 millimetri alla stazione meteo di Olmo. Un vero record.

Ma a un quarto di secolo da quel giorno com'è il Brembo? Potrebbe ancora verificarsi un evento come nel 1987? Il fiume, al di là delle piogge poco prevedibili, è più o meno sicuro rispetto a quei giorni? Lo abbiamo chiesto a chi percorre quasi quotidianamente il Brembo, conoscendo spesso, anche degli affluenti, ogni roccia: Alessandro Gherardi, canoista di «Brembo kayak». E poi lo abbiamo domandato a un tecnico, il dirigente della Sede territoriale della Regione a Bergamo, l'ingegnere Claudio Merati.

Su una cosa i due pareri concordano: l'eccessiva vegetazione cresciuta in alveo rappresenta un grosso rischio. «L'accumulo di ghiaia – spiega Merati – può portare alla crescita di arbusti che poi vengono spazzati via, insieme alla ghiaia, dalle piene. Ma se sulla ghiaia iniziano a crescere degli alberi la cosa si fa più pericolosa».

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