Orio, il 28 novembre si discute
al Tar il ricorso di Legambiente

Il prossimo autunno, il 28 novembre, il Tar di Brescia deciderà sul ricorso presentato nel 2011 nel quale Legambiente e i  residenti in rappresentanza di alcuni Comitati  hanno contestato la “zonizzazione acustica” approvata alla fine del 2010 da Sacbo.

Il prossimo autunno il Tar di Brescia deciderà le sorti dei residenti dei alcuni quartieri di Bergamo e di alcuni Comuni vicini ad allo scalo di Orio. È stata infatti fissata per il 28 novembre la data per la discussione del ricorso presentato nel 2011 nel quale Legambiente e centinaia di  residenti in rappresentanza di alcuni Comitati  hanno contestato la “zonizzazione acustica” approvata alla fine del 2010 da Sacbo.

Secondo l'associazione ambientalista,  prima di approvare la nuova  zonizzazione occorreva sottoporre il piano aeroportuale alle dovute valutazioni (Valutazione Ambientale Strategica ed aggiornamento della Valutazione di Impatto ambientale).

L'attuale zonizzazione per Legambiente è «priva di tali indispensabili elementi di analisi, omette di stimare i problemi connessi alla mobilità aerea e non considera la  necessità di tutelare dal rumore la popolazione locale». Lo sostiene Dario Balotta di Legambiente della Lombardia. Inoltre «la normativa italiana prevede che la zonizzazione, determini nell'intorno aeroportuale le relative immissioni acustiche ammesse per ciascuna zona e fissi i valori limite del rumore secondo la direttiva UE 25/2002. Invece  le curve isofoniche e le rotte, messe in discussione, si basano sulla  definizione dei  volumi di traffico dello scalo che non  stati ancora definiti per la mancanza di un nuovo piano di sviluppo».

Inoltre - spiega sempre Legambiente -non sono state  rispettate dalla Sacbo le norme del codice ambientale per accertare la tollerabilità delle immissioni e le emissioni  acustiche. La zonizzazione  attuale è  una semplice mappatura acustica, non  è quella strategica  prevista per gli aeroporti con oltre 50 mila movimenti anno, come Orio al Serio.

«La  zonizzazione è stata deliberata senza alcuna partecipazione della popolazione interessata, come previsto dalla carta europea dei diritti dell'uomo. Per questo Legambiente  ha deciso di chiedere al Tar di annullare il provvedimento per eccesso di potere da parte della commissione aeroportuale, per omessa e carente istruttoria e per non aver adottato una nuova Valutazione Ambientale Strategica (VAS)».


Aggiunge Balotta: «Anziché  rivedere questa zonizzazione, la Sacbo si è  infilata in un vicolo cieco rischiando di produrre  più danni che vantaggi. Il valore delle case circostanti è in continuo calo e la vivibilità delle  popolazioni sta peggiorando. E' evidente che i trend di sviluppo sono in mano alla Ryanair che decide le attività aeroportuali infischiandosi dell'impatto ambientale provocato sul territorio, di mitigare gli effetti degli aerei sulla popolazione, scelte che Sacbo subisce per il timore di perdere i ricchi utili annuali. Si consideri che all'epoca della zonizzazione  i voli erano in media 180 al giorno, e già allora rumore ed inquinamento dell'aria superavano i limiti ammessi. Ora siamo arrivati  a quasi 230 voli».

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