Il treno non fermerà all'ospedale
La stazione alla Trucca nell'oblìo

Dimenticata. Anche se compresa nell'Accordo di programma del 7 aprile 2000 che sancì il via libera al nuovo ospedale alla Trucca. Della fermata del treno non c'è traccia, e difficilmente vedrà mai la luce. Per più di un motivo.

Dimenticata. Anche se compresa nell'Accordo di programma del 7 aprile 2000 che sancì il via libera al nuovo ospedale alla Trucca. Della fermata del treno non c'è traccia, e difficilmente vedrà mai la luce. Per più di un motivo.

«Nessuno ha mai aperto un tavolo di confronto tecnico con Rfi e Regione» spiega Giambattista Scarfone, amministratore delegato di Teb, la società che gestisce il tram delle valli. E per «nessuno» si intende in primis Palafrizzoni, nelle ultime due versioni: centrosinistra prima e centrodestra poi. Per par condicio. Anche se in verità entrambe l'avrebbero inserita nelle linee programmatiche dell'assessorato alla Mobilità. Dove sono però rimaste lettera morta.

Ma che c'azzecca Teb? Ha il suo fior di ruolo: intorno al 2004 le venne assegnato il compito di studiare un utilizzo di tipo metropolitano della linea ferroviaria da Ponte San Pietro ad Albano Sant'Alessandro. Studio completato, ma che giace tristemente in un cassetto.

«Noi il nostro compito l'abbiamo fatto, ma nessuno ha poi affrontato la questione dal punto di vista politico», aggiunge Scarfone. Ovvero, stabilire chi fa il servizio, la sua tipologia e chi lo paga, tanto per cominciare. Per non parlare dei necessari interventi infrastrutturali su tutto il progressivo raddoppio del binario: un intervento tecnicamente realizzabile fino a prima di Ponte San Pietro, dove la presenza del ponte rende molto oneroso l'intervento.

Ma un servizio di tipo metropolitano comporterebbe anche l'adeguamento degli impianti, l'eliminazione dei passaggi a livello di via Moroni e Boccaleone (croce degli automobilisti e dei due quartieri), investimenti sui parcheggi d'interscambio e via dicendo.

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