Ospedale, accreditamento:
l'Asl blocca i termini di procedura

È il passo fondamentale ed essenziale perché il nuovo ospedale di Bergamo possa funzionare: è l'accreditamento Asl, atto amministrativo-legale che certifica che la struttura è realizzata secondo i parametri previsti dalle norme igienico-sanitarie.

È il passo fondamentale ed essenziale perché il nuovo ospedale di Bergamo possa funzionare: è l'accreditamento Asl, atto amministrativo-legale che certifica che la struttura è realizzata secondo i parametri previsti dalle norme igienico-sanitarie per poter effettuare ricoveri, interventi chirurgici, accoglienza di malati, attività medica, di laboratorio e diagnostica.

E che «accredita» la struttura presso la Regione, per quanto riguarda i rimborsi delle prestazioni effettuate. Un atto complesso per il quale l'Azienda ospedaliera Riuniti ha già presentato formale domanda all'Asl l'1 agosto, immediatamente dopo la consegna della relazione finale della commissione di collaudo (che non è il certificato finale di collaudo, non ancora rilasciato) in cui i tecnici affermavano che l'ospedale poteva essere giudicato collaudabile, a determinate condizioni.

Ebbene, i sopralluoghi dell'Asl sono praticamente quotidiani, al nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII, e la specifica commissione dell'Asl si riunisce almeno due volte alla settimana per fare il punto su tutti gli aspetti che riguardano il collaudo: da un lato la consegna della documentazione richiesta per legge, dall'altra la verifica sui vari impianti, fino al rispetto delle norme per la sicurezza dei lavoratori.

Ma c'è uno stop, ora, nella procedura dell'accreditamento: è una sorta di «cavillo tecnico», ma comunque di uno stop si tratta. Proprio ieri, infatti l'Asl ha comunicato ai Riuniti di aver deliberato la sospensiva dei termini nella procedura dell'accreditamento. Cosa significa? In poche parole che il tempo fissato per legge per il completamento della procedura viene «congelato», come se si fermasse un cronometro.

E questo perché se i termini scadono, e quelli previsti per legge per l'accreditamento sono di 60 giorni dalla presentazione della domanda, e l'Asl non si è ancora pronunciata, vige il cosiddetto silenzio-assenso, ovvero l'accreditamento scatta comunque. Anche a pratica non completata. Per evitare che questo «cavillo burocratico» porti a far scattare un accreditamento senza tutta la documentazione necessaria, in primo luogo il certificato di prevenzione incendi e il certificato di collaudo tecnico-amministrativo, obbligatorio per legge per l'accreditamento Asl, la direzione generale dell'Azienda sanitaria ha optato per la sospensiva dei termini: sarebbero scaduti l'1 ottobre.

Questo da un lato, se significa che l'Azienda ospedaliera Riuniti ha quindi più tempo per completare tutte le procedure necessarie, sia dal punto di vista di lavori ancora non ultimati, sia dal punto di vista della documentazione mancante, dall'altro indica però che i tempi per arrivare al trasloco alla fine di ottobre come aveva annunciato il direttore generale dei Riuniti Carlo Nicora sono, viste le cose ancora da fare, davvero risicatissimi.

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