Il Pgt di Palazzago nel mirino:
54 indagati, c'è anche Cimadoro

C'è anche il parlamentare dell'Idv Gabriele Cimadoro, cognato di Antonio Di Pietro, fra le 54 persone indagate a Palazzago. La Procura di Bergamo sta indagando sui presunti favori e sui cambi di destinazione d'uso all'interno del Pgt.

Gabriele Cimadoro, deputato dell'Italia dei Valori, è il pezzo grosso che figura tra i 54 indagati dell'inchiesta con cui da quattro anni la Procura sta cercando di tracciare la fitta rete di presunti favori e interessi immobiliari a Palazzago. Per l'onorevole, cognato di Antonio Di Pietro, è ipotizzato il concorso nell'abuso d'ufficio: in pratica, stando alle informative dei carabinieri, avrebbe fatto pressione in Comune per indirizzare licenze edilizie e cambi di destinazione d'uso riguardanti alcuni terreni.

Lui, che di Palazzago è cittadino illustre. Lui, che risulta titolare di una società di compravendite immobiliari (la Helvetia con sede a Bergamo in via Matris Domini 3) e di quote nella Immobiliare San Sosimo che nell'omonima frazione del paese sta realizzando un progetto su un'area artigianale. Lui, che del paese è stato assessore e poi consigliere di minoranza. Anche se il pressing in municipio - per chi indaga - il politico l'avrebbe portato da «esterno», e cioè quando era privo di cariche comunali. La posizione di Cimadoro è allo stato defilata e ancora al vaglio (non è escluso che si giunga alla richiesta di archiviazione nei suoi confronti) in un'indagine che continua a imbarcare filoni e s'è estesa a qualche comune della Valle Imagna. Tra i 54 sotto inchiesta ci sono il sindaco uscente Umberto Bosc, il suo predecessore Ferruccio Bonacina e una schiera di persone tra amministratori, consiglieri comunali, membri di commissioni, dipendenti di uffici municipali, imprenditori e privati. I reati contestati vanno dall'abuso d'ufficio al falso materiale e ideologico, sino alla tentata concussione. 

L'ipotesi di partenza su cui s'era messo a lavorare il pm Giancarlo Mancusi è che, prima ancora dell'approvazione del contestato Pgt, a Palazzago alcune licenze edilizie godessero di canali privilegiati. A beneficiarne sarebbero stati imprenditori e privati, grazie alla presunta complicità di qualcuno in municipio. Uno dei metodi, stando alle contestazioni, sarebbe stato quello di protocollare solo la pagina iniziale della Dia (Denuncia di inizio lavori), sostituendo poi furtivamente il progetto contenuto con uno più vantaggioso per costruttori e committenti. Col tempo, però, gli investigatori avrebbero scoperto pure altro. In particolare, terreni che all'interno del Pgt avrebbero cambiato destinazione d'uso in modo che ha destato sospetti. Che cosa ci sia dietro questi movimenti urbanistici e tra le pieghe di alcune concessioni, se cioè si nascondano illeciti oppure se si tratti di operazioni consentite, è la matassa che chi indaga sta cercando di dipanare.

Nel marzo del 2011 i carabinieri di Zogno si erano presentati in municipio sequestrando i server di alcuni computer e documentazione varia, tra cui quella relativa all'ampliamento della terza sezione dell'asilo della frazione Gromlongo e i laboratori della scuola di Palazzago. La comparsa dei militari in Comune aveva contribuito a far venire a galla l'inchiesta, tra l'altro in piena (e movimentata) campagna elettorale, con le polemiche sul Pgt che avevano portato al divorzio tra Ferruccio Bonacina e la Lega Nord. Ma pare che, nel frattempo, si fosse registrata pure una fuga di notizie, nata - secondo indiscrezioni investigative - da un impasto di leggerezza e fiducia tradita. Una persona orbitante attorno al Comune sarebbe riuscita a visionare uno dei file contenenti materiale secretato che uno degli investigatori teneva sul proprio pc portato a far riparare in un centro specializzato. E così avrebbe spifferato il contenuto, forse per il gusto del puro pettegolezzo, anche se gli inquirenti non escludono un ritorno per così dire politico, vista la burrascosa vigilia elettorale che stava investendo Palazzago.

Di passaggi di denaro per i presunti benefici nelle pratiche edilizie e urbanistiche fino a poco tempo fa non ne erano emersi. Gli investigatori, comunque, sono ancora impegnati negli accertamenti patrimoniali nei confronti di imprenditori del settore edilizio e immobiliare. Scandagliano i conti bancari alla ricerca di qualche movimento che, per l'accusa, potrebbe essere servito a ripagare i favori. Nel frattempo l'inchiesta, grazie agli intrecci scoperti, è sconfinata in qualche paese della Valle Imagna e potrebbe a breve giungere a contare 77 indagati. Ma soprattutto, annunciano fonti qualificate, avrebbe subito impulsi forieri di novità importanti. Quali, chi indaga preferisce non rivelarlo.

Stefano Serpellini

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