Arrestato il presunto omicida
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Avrebbero discusso per una questione di soldi e il litigio è degenerato in omicidio. Ha un volto il presunto assassino di Stefan Catalin Burcuta, il 37enne ucciso sabato notte al distributore Q8 di via Correnti a Bergamo. È un albanese arrestato a Milano.

Avrebbero discusso per una questione di soldi e il litigio è degenerato in omicidio. Ha un volto il presunto assassino di Stefan Catalin Burcuta, il romeno di 37 anni ucciso sabato notte, lo scorso 2 marzo, al distributore Q8 di via Correnti a Bergamo. L'uomo è morto a seguito di una coltellata e nel pomeriggio di giovedì 7 marzo è stato fermato a Milano il suo presunto omicida, Bledar Marini, albanese di 34 anni.

L'arresto in corso Lodi, all'interno di un McDonald. Ad arrivare a Marini gli agenti della questura di Bergamo che hanno indagato per una settimana a ritmo serrato. Il cognato della vittima, presente durante l'omicidio e ferito non gravemente nel litigio, ha fornito le informazioni necessarie per arrivare a identificare la prostituta moldava per la quale sono nate le tensioni.

In via Correnti da sempre, davanti al distributore in cui è stato ucciso il romeno, si prostituiscono ragazze di colore. Da qualche tempo, però, si vedono anche ragazze albanesi. Non sono molte, ma gli automobilisti che passano davanti al distributore per andare in Valseriana le hanno notate. Finora questo non ha creato problemi nel giro dei protettori. Il 2 marzo sera, però, i due uomini romeni avrebbero discusso con la lucciola moldava contestando la sua richiesta di soldi dopo una prestazione sessuale: la donna avrebbe quindi telefonato a Marini, suo fidanzato nonchè protettore. L'uomo, giunto in via Correnti, avrebbe litigato con il 37enne, uccidendolo con una coltellata e ferendo il cognato.

Scappato dalla zona, le telecamere presenti sulla strada hanno però permesso di identificare la prostituta. Pedinata e sotto controllo telefonicamente, strategica la telefonata che la donna ha ricevuto nel pomeriggio di giovedì. Marini l'avrebbe chiamata da una cabina telefonica di Corso Lodi, a Milano, raccontando i suoi dubbi su cosa fare e la possibilità di costituirsi. La polizia si è quindi mossa e ha raggiunto l'uomo nella via milanese, nei pressi di un McDonald. «Bravi, mi avete trovato» ha commentato l'arrivo dei poliziotti. L'albanese è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, con l'accusa di omicidio volontario, favoreggiamento alla prostituzione e lesioni gravi. Ora si trova nel carcere di San Vittore a Milano in attesa di convalida.

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