La riorganizzazione delle Poste
In Bergamasca tagli si ma ridotti

A Bergamo e in provincia il rischio iniziale era quello di perdere 70 zone di recapito. La trattativa ha portato la quota di zone tagliate a 56 zone sulle 545 presenti in tutta la Bergamasca. A Bergamo, ad esempio, da 72 zone si passerà a 69.

Le zone di recapito di Poste Italiane diminuiranno anche nella nostra provincia, ma meno di quanto l'azienda avesse immaginato prima dell'inizio della trattativa. Dopo l'accordo raggiunto a livello nazionale il 28 febbraio, il 12 aprile scorso è stata siglata un'intesa regionale.

Così viene declinata anche a livello locale la razionalizzazione del recapito in Poste Italiane, azienda che ormai da tempo deve affrontare un sensibile calo dei volumi della corrispondenza. A Bergamo e in provincia il rischio iniziale era quello di perdere 70 zone di recapito, che, per i non addetti ai lavori, sono gli “spicchi” di territorio assegnati a ciascun portalettere.

La trattativa ha portato la quota di zone tagliate prima a 61, poi a 56 zone sulle 545 presenti in tutta la bergamasca. Nel territorio del Comune di Bergamo, ad esempio, da 72 zone si passerà a 69, a Treviglio da 49 a 43 e a Ponte San Pietro da 50 zone si arriverà a 46.

L'effetto diretto sarà un'ovvia estensione della superficie di competenza di ciascun postino. Non si prevedono, però, tagli di personale: “Siamo riusciti a gestire una difficile situazione in un settore in cui i volumi di traffico stanno sensibilmente calando: si tenga conto che il recapito ha registrato un -26% a livello nazionale riaspetto ai volumi di 4 anni fa” spiega Paolo Turani della SLC-CGIL di Bergamo, presente alla trattativa e alla firma dell'intesa del 12 aprile a Milano. “Si è cercato di coniugare la razionalizzazione voluta dall'azienda con la qualità del servizio e la tenuta occupazionale: questo accordo garantisce, infatti, l'occupazione o spazi di ricollocazione per tutti i dipendenti di Poste Italiane e lancia un messaggio anche alle giovani generazioni. È stata, infatti, recepita la richiesta delle organizzazioni sindacali di inserire concreti piani di politiche attive del lavoro con un meccanismo che nei prossimi anni garantirà un turn over, prevedendo nuove assunzioni pari al 20% dell'organico in uscita. Rimane ora aperta la questione degli organici nel settore degli sportelli, dove la carenza di personale sul nostro territorio da troppo tempo produce pesanti disagi”.

La nuova organizzazione verrà applicata a partire dall'inizio di giugno e si completerà alla fine di settembre. Oltre al ridimensionamento del numero delle zone di recapito si prevede il potenziamento della figura degli “addetti ai servizi innovativi”, con servizi dedicati di recapito anche pomeridiani a Treviglio e Ponte San Pietro (a Bergamo da due anni in via sperimentale sono attivi già cinque addetti): si tratta di postini che ricopriranno anche ruoli commerciali legati a servizi postali (es. contratti aziende, consegne oggetti particolari, contatti con grandi realtà produttive, …).

Nella città di Bergamo saranno poi istituite 7 nuove “linee mercato” dedicate alla consegna, entro i confini comunali, della corrispondenza a grandi utenze (enti locali, grandi uffici, …). “La trattativa ha cercato di compensare la razionalizzazione con elementi di sviluppo che cercheranno di stabilizzare l'occupazione del settore: all'interno dell'intesa è previsto, come avevamo chiesto, che Poste Italiane riacquisisca la consegna dei pacchi fino ad un massimo di 3 kg” continua Turani.

“Si tratta di un settore strategico, che si prevede in forte espansione a seguito dell'e-commerce e che, invece, negli ultimi anni era stato trascurato dall'azienda. Ulteriore elemento di sviluppo sarà la fornitura a tutto il personale portalettere di un supporto tecnologico, cioè di un palmare che consentirà, oltre alla certificazione della consegna degli oggetti postali, anche di svolgere servizi aggiuntivi telematici quali il pagamento di bollettini e la ricarica di sim elettroniche. L'importante, comunque, è che non ci saranno esuberi, non ci saranno posti che saltano: con l'applicazione di un istituto previsto dalla Legge Fornero sul mercato del lavoro, si garantisce un accompagnamento anticipato alla pensione per chi abbia un tempo di attesa al raggiungimento del requisito al massimo di 4 anni. Poi la riqualificazione professionale permetterà di spostare eventuali eccedenze dall'ambito del recapito a quello commerciale allo sportello. Questo, tra l'altro, garantirebbe il necessario sostegno all'organico presente che da tempo consideriamo troppo ridotto”.

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