Case a Dubai mai consegnate
L'intermediario: ora si riparte

Un lussuoso appartamento di proprietà tra le palme della moderna Dubai e l'azzeccato investimento si sono rivelati un miraggio per diversi acquirenti bergamaschi. Almeno per ora, dato che l'intermediario garantisce: si riparte.

Un lussuoso appartamento di proprietà tra le palme della moderna Dubai e l'azzeccato investimento si sono rivelati un miraggio per diversi acquirenti bergamaschi. Almeno per ora e stando a quanto segnalato da alcuni di loro. Lo hanno fatto martedì con una lettera ai giornali, dove hanno ripercorso la vicenda spiegando che i soldi versati alcuni anni fa interamente o come acconto per l'acquisto, non sono serviti per garantire agli acquirenti gli appartamenti in una palazzina che non è stata ancora costruita del tutto.

«Dolce vita» il nome della costruzione da 24 piani in questione che di dolce sembra non avere proprio nulla, lasciando per ora solo tanto amaro in bocca agli investitori, in attesa della casa che si sono comprati attraverso l'intermediazione della società immobiliare Ellebiemme di Treviglio. Stando a quanto raccontato dagli scontenti risparmiatori «gli immobili valevano tra i 4 e 5 mila euro a metro quadro e nel contratto d'acquisto era previsto che, a fronte dell'iniziale spesa, avremmo goduto di una sorta di rendita mensile per cinque anni. Come abbiamo scoperto, questa rendita era una sorta di gioco delle tre carte: Ellebiemme gonfiava il prezzo d'acquisto dell'appartamento venduto al punto tale (anche più del 100% rispetto al valore di mercato) che retrocedere un pezzetto di rendimento era come mandare un biglietto di scuse ad un negozio appena svaligiato».

«In ogni caso abbiamo deciso di credere alle promesse della società – proseguono – e sottoscritto contratti di acquisto per appartamenti tra i 60 e gli 80 metri quadri in una torre che allora era in costruzione. A oggi nessuno di noi ha percepito un centesimo di quanto previsto dalla clausola di retrocessione – hanno fatto sapere –. Peggio: a nessuno di noi è stato consegnato alcun appartamento e la torre non ancora finita».

Nella lettera i sette referenti che si ritengono beffati criticano anche le modalità d'azione del titolare della Ellebieme, Luca Mulino, tirando in ballo anche un'esponente del Pdl: «A quanto ci risulta – sostengono – dei 40/45 milioni di euro raccolti dai clienti del signor Mulino, meno di 10 sarebbero effettivamente finiti nell'edificazione della torre, mentre lui, spalleggiato e consigliato dalla socia, avrebbe intestato tutti gli appartamenti delle torre già venduti ai clienti, a una sedicente società locale controllata». Critiche verso Mulino anche per il suo negarsi agli acquirenti: «Contattarlo è impossibile e le sue segretarie e collaboratrici sembrano addestrate a non far mai sapere dove si trovi». Nulla di tutto ciò per quanto ci riguarda. Martedì Luca Mulino ci ha infatti ricevuti nella sede della Ellebiemme di via Galliari, mostrandoci tutti i documenti relativi all'operazione e giustificando così i ritardi: «I test di staticità della torre nel 2009 hanno evidenziato l'insufficienza della palificazione a 16 metri e così è stato rimosso e rifatto tutto. Poi un anno dopo, nel dicembre 2010 – ha proseguito Mulino – i lavori sono stati bloccati al 13° dei 24 piani, perché la società di costruzione non aveva emesso la garanzia bancaria ai proprietari per i dieci anni successivi. Da qui il cambio dei costruttori che non sono potuti però entrare nel cantiere perché in corso una causa, conclusasi nel dicembre 2012. Entro la fine del 2013 i lavori riprenderanno», ha garantito Mulino.

Dei 286 appartamenti Ellebiemme deve venderne ancora 130: «Non serve a nulla attaccami, anzi invito i miei clienti a venire a Dubai a verificare di persona quanto sta accadendo. La questione sollevata è esagerata, io non sono mai scappato e accompagnerò i miei clienti fino al rogito: i loro soldi non sono andati persi assolutamente, anzi, a tutti verrà riconosciuto uno sconto del 10%».

Fabrizio Boschi

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