Il Loft scatena un dibattito acceso
La lettera: «Il diritto di riposare»

«Spettabile redazione, faccio parte del gruppo di "trogloditi" che non hanno saputo apprezzare la presenza nel quartiere del locale Loft. Premesso che una migliore insonorizzazione del locale poteva risolvere tranquillamente il problema».

«Spettabile redazione, faccio parte del gruppo di "trogloditi" che non hanno saputo apprezzare la presenza nel quartiere del locale Loft. Premesso che una migliore insonorizzazione del locale poteva risolvere tranquillamente il problema e lasciar proseguire le esibizioni dei giovani talenti, vogliamo ricordare a questi signori "sapienti" e "didattici" che la loro libertà termina là dove inizia quella degli altri?».

«Vogliono capire questi "signori" che il vicinato ha tutto il diritto di riposare, senza il sottofondo di una batteria che ti fa vibrare il cuscino? Senza un qualcuno che ti tiene sveglio al canto di "Gianna Gianna Gianna" o "Io resto qui..." anche fino all'una di notte? Che il volume tenuto sarebbe stato intollerabile anche in pieno giorno? (lasciamo immaginare di notte quando ogni rumore viene ulteriormente amplificato)».

«I signori "sapienti" sono consapevoli che mentre loro strombazzavano a più non posso, a forse meno di 50 metri, c'era una famiglia con in casa la salma di una giovane donna di trentacinque anni? Possono capire, dall'alto della loro... cultura (?!?!), che nel vicinato ci possono essere persone malate, anziane, oppure che hanno semplicemente bisogno di dormire per affrontare da svegli la seguente giornata di lavoro (scusate se qualcuno di questi tempi ha ancora questo impegno)?».

«Si rendono conto che il bisogno di quiete non è sinonimo di "morte" ma un'esigenza naturale del corpo umano? Non voglio inoltre sottacere la rabbia e il disappunto per i termini usati da questi sedicenti "intelligenti": mi permetto di suggerire loro, in quanto personale "didattico", innanzitutto di imparare e poi di insegnare, oltre alla musica, anche un minimo di educazione, di rispetto per gli altri e, se pure non è più di moda, per le normative vigenti».

«Non credo sia molto "didattico" definire "ignoranti ed intolleranti" le persone solo perché chiedono il rispetto dei loro diritti fondamentali! Quando poi anche le pubbliche autorità (vedi articolo di oggi del signor Pirovano), oltre che ostentare la loro totale ignoranza della lingua italiana (cosa c'entra in questo caso il bigottismo?) ritengono di difendere, con un pessimo esempio, senza un minimo di informazione forse solo per attirare simpatie e probabili futuri appoggi, coloro che operano nel totale menefreghismo delle normative, ok, accettiamo lo sfascio in cui ci troviamo e non lamentiamocene più!!! Se però qualcuno parlasse ancora di noi come di un paese civile e democratico… sarebbe quantomeno paradossale e ridicolo. Grazie dell'ospitalità».

Lettera firmata

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