La figlia della mamma picchiata
«Denunciate chi vi maltratta»

«Mamma l'ha fatto per noi, per non farci preoccupare. Ma a lei l'ho già detto e lo vorrei dire a tutte le donne maltrattate: non aspettate che accada quel che è successo a mia madre, dovete avere il coraggio di denunciare anche se è doloroso».

«Mamma l'ha fatto per noi, per me e mia sorella, per non farci preoccupare. Ma a lei l'ho già detto e lo vorrei dire a tutte le donne maltrattate: non aspettate che accada quel che è successo a mia madre, dovete avere il coraggio di parlare anche se è doloroso, di denunciare subito chi vi fa del male. C'è mancato poco che per mia mamma fosse troppo tardi...».

È un appello accorato quello di Alessandra, 20 anni, primogenita di Debora Montanaro - la donna accoltellata lunedì dal convivente al nono mese di gravidanza al culmine di mesi di soprusi, botte e violenze -, che martedì ha partorito la piccola Sofia Concettina.

A tre giorni da quella tragica mattina in via San Francesco d'Assisi a Cividino di Castelli Calepio, Debora e la terzogenita restano al «Bolognini» di Seriate: mamma in corsia con mani, braccia e gambe ferite dalle coltellate del convivente tunisino, la piccola per precauzione in Patologia neonatale.

«La mia sorellina sta bene e stasera (ieri, ndr) l'ho vista per la prima volta. Mamma l'ha allattata. Tutto sommato, tutto bene». Alessandra - Ale per tutti - è una tosta: «Carattere forte come mamma. Non sembra a vederla così fragile dopo quello che le è capitato, ma se penso a quel che ha dovuto sopportare... Adesso lo posso dire, per fortuna è finita. Speriamo, speriamo bene. Speriamo soprattutto nella giustizia, perché chi ha fatto tutto questo deve pagare e deve essere messo nelle condizioni di non avvicinarsi più a mamma, né a Sofia. Chi maltratta una donna, offende tutte noi».

Helmi Ghraidia, 26 anni, da un anno viveva con Debora dopo che lei e l'ex convivente (il papà di Alessandra e di un'altra ragazza di 13 anni) si erano lasciati. Lunedì mattina ha preso un coltellaccio da cucina e ha aggredito la donna, lasciandola a sanguinare sulle scale del condominio per poi rientrare nel monolocale che condividevano, per lavarsi la maglia, cambiarsi e scappare in bici. Ma i carabinieri l'hanno arrestato.

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