Yara, l'autopsia è finita nella notte
Nuove analisi nei prossimi giorni

È terminata nella notte fra lunedì e martedì l'autopsia sul corpo di Yara Gambirasio. Intorno alle 18,30 l'equipe di anatomopatologi e medici legali, dopo quasi cinque ore, aveva sospeso per una breve pausa. Poi gli esperti sono tornati al lavoro.

È terminata solo nella notte fra lunedì e martedì l'autopsia sul corpo di Yara Gambirasio. Intorno alle 18,30 l'equipe di anatomopatologi e medici legali incaricati dell'esame necroscopico, dopo quasi cinque ore, aveva sospeso per una breve pausa. Poi gli esperti erano tornati al lavoro e l'esame si è concluso nella notte.

Ma le analisi anatomopatologiche proseguiranno oggi e nei prossimi giorni per ottenere eventuali evidenze di valore investigativo tra i reperti isolati. Le analisi di laboratorio saranno completate anche da un genetista e da un tossicologo.

È molto probabile che la professoressa Cristina Cattaneo, antropologa forense molto nota già impegnata nell'inchieste delle «Bestie di satana» e in quella sull'omicidio di Elisa Claps, si avvalga anche della collaborazioni di esperti di scienze naturali per valutare gli effetti sul cadavere degli agenti atmosferici e ambientali.

Per tutta la giornata di lunedì davanti all'Istituto di medicina legale dell'università di Milano è stato un viavai di giornalisti, cameramen e fotografi, tutti in attesa delle indicazioni che l'autopsia dovrebbe fornire per far luce sul mistero e per cercare di identificare l'assassino della 13enne di Brembate Sopra.

I punti oscuri
Si spera soprattutto di chiarire i molti punti oscuri sulla morte della ragazzina. A coordinare l'autopsia è Cristina Cattaneo, che guida l'equipe. presenti anche i carabinieri del Nucleo investigativo, la Squadra mobile della polizia, i Ris di Parma, la polizia scientifica e il sostituto procuratore di Bergamo Letizia Ruggeri, il magistrato che coordina l'inchiesta di Brembate Sopra. Non sono invece presenti consulenti di parte, nè in rappresentanza della famiglia Gambirasio nè del tunisino Mohamed Fikri, ancora iscritto nel registro degli indagati.

Anche Milano piange Yara
Davanti alla sede dell'Istituto di medicina legale di piazza Gorini sono state tante le persone che, nel corso della giornata, si sono fermate per lasciare un messaggio di cordoglio, un mazzo di fiori oppure una poesia. «Yara, non ti ho conosciuto, ma i nostri cuori battono per te» si legge per esempio su un biglietto.

Le sei coltellate
L'autopsia in particolare farà chiarezza sulle sei coltellate individuate sul corpo della giovane. La cautela è però d'obbligo: solo l'esame anatomo-patologico potrà confermare se i segni trovati sul corpo della tredicenne siano effettivamente lesioni provocate da un'arma da taglio, oppure siano dovuti alla lunga esposizione del corpo agli agenti atmosferici. Una mano è stata trovata sporca di terra: forse Yara si è aggrappata al suolo, prima di morire.

I reperti trovati da polizia e carabinieri (la Sim card e la batteria del suo telefonino, le chiavi di casa, il lettore Mp3) erano nelle tasche del suo giubbotto, così come i guanti neri con i brillantini, gli stessi che indossava quando scomparve nel nulla.

Le ferite

Una prima ispezione sul corpo della tredicenne di Brembate Sopra avrebbe permesso agli inquirenti di individuare quattro lesioni alla schiena, una al collo e una a un polso, che – si ipotizza – potrebbero essere state provocate da un coltello. In particolare quelle alla schiena sarebbero più profonde, forse quelle mortali.

L'autopsia è un lavoro lungo e difficile, vista la lunga permanenza del corpo all'aperto. L'ipotesi privilegiata dagli inquirenti, infatti, è che il cadavere si trovasse in quel campo a Chignolo d'Isola, in fondo a via Bedeschi, da parecchio tempo, probabilmente dall'epoca stessa della scomparsa. Ma anche su questo punto solo l'autopsia potrà dare risposte certe.

Forse ha lottato con il suo assassino
Secondo chi indaga, Yara potrebbe aver lottato con i suoi aguzzini. Lo testimonierebbe una lesione riscontrata a un polso, ritenuta a prima vista compatibile con una ferita da taglio. Il corpo è stato trovato in posizione supina, con le braccia allargate e le gambe leggermente divaricate, non come se fosse stato adagiato, bensì gettato o trascinato in mezzo al campo, dove sabato è stato trovato. Yara indossava ancora gli stessi vestiti del giorno in cui è scomparsa: il giubbotto nero tipo «bomber», la felpa di Hello Kitty, la maglietta blu della ginnastica ritmica di marca «Freddy», i pantacollant neri, le scarpe Converse «All Star» nere con il pelo. I capelli erano ancora legati a coda di cavallo con il nastrino rosso che indossava quando uscì di casa, per andare a consegnare uno stereo portatile alla palestra del centro sportivo di Brembate Sopra.

Indagini sui tabulati
Intanto aumentano ulteriormente le forze messe in campo dagli inquirenti per risolvere il caso. Oltre agli esperti in ricerca di tracce (Ert) della polizia, nuovi funzionari dello Sco (il Servizio centrale operativo) hanno raggiunto la città e stanno lavorando all'indagine, così come tutti i migliori investigatori dell'Arma dei carabinieri e i Ris. Fra gli accertamenti in corso in queste ore, di grande importanza le analisi sui reperti trovati nelle tasche del giubbotto di Yara (l'I-Pod, le chiavi, la carta Sim e la batteria del telefonino), ma anche i nuovi accertamenti sui tabulati telefonici relativi alla zona del ritrovamento del cadavere, subito richiesti dagli investigatori.

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