La protesta di cinquanta sindaci:
chiesto incontro con il ministro

Erano circa 50, un numero consistente considerando che siamo ad agosto, i sindaci che si sono radunati giovedì davanti alla Prefettura per protestare contro la decisione della Corte costituzionale di annullare le multe ai Comuni siciliani che hanno sforato il Patto di stabilità.

Erano circa cinquanta, un numero consistente considerando che siamo ad agosto, i sindaci che si sono radunati giovedì alle 18,30 davanti alla Prefettura per protestare contro la decisione della Corte costituzionale di annullare le multe comminate ai Comuni siciliani (e a tutti quelli delle altre regioni a Statuto speciale) per aver sforato il Patto di stabilità.

I sindaci erano per la maggior parte leghisti, ma hanno partecipato anche primi cittadini del Pdl e del Pd. Presenti il sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, e il presidente della Provincia, Ettore Pirovano. Tutti fermamente uniti contro il Patto di stabilità che, come diceva anche uno striscione, è diventato un «Patto di disparità».

«Una vergogna», così è stata definita la sentenza della Corte costituzionale. Diverse le testimonianze di sindaci che hanno i soldi congelati, appunto per il Patto di stabilità, e non possono offrire ai Comuni che rappresentano servizi fondamentale per la popolazione. Hanno parlato i primi cittadini di Brignano, Caravaggio, Grassobbio, Trescore, Pedrengo e San Pellegrino.

Tra le ipotesi di cui si è discusso si è anche parlato della possibilità di sforare il Patto di stabilità ma è un'ipotesi non molto praticabile in considerazione delle forti multe che potrebbero essere comminate. Si è così deciso di chiedere al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, un incontro urgente per discutere del problema.

Quella di Bergamo è stata la prima protesta pubblica in ambito nazionale dei sindaci «virtuosi» dopo il pronunciamento della Corte costituzionale, ma è probabile che altre città seguiranno l'esempio bergamasco.


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