La Cassazione conferma:
condannato Silvio Berlusconi

La Sezione feriale penale della Corte di Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, dopo sette ore di camera di consiglio ha confermato la legittimità della sentenza di secondo grado che a ottobre scorso ha condannato a 4 anni Silvio Berlusconi, mentre ha rinviato in Appello la pena per l'interdizione dai pubblici uffici per il leader del Pdl.

La Sezione feriale penale della Corte di Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, dopo sette ore di camera di consiglio ha confermato la legittimità della sentenza di secondo grado che a ottobre scorso ha condannato a 4 anni Silvio Berlusconi, mentre ha rinviato in Appello la pena per l'interdizione dai pubblici uffici per il leader del Pdl.

Dopo un breve attimo di euforia, i manifestanti vicino Palazzo Grazioli, che avevano esultato per la prima parte della sentenza della Corte di Cassazione sul processo Mediaset, hanno ripiegato le bandiere nel momento in cui i giudici della Suprema Corte hanno confermato la condanna per Silvio Berlusconi per frode fiscale. Il gruppetto ha smesso anche di gridare «Silvio, Silvio» ed è rimasto in silenzio dietro le transenne di Piazza del Gesù.

La condanna di Berlusconi a quattro anni di carcere e il rinvio per l'interdizione dai pubblici uffici è la breaking news di tutti i media mondiali. Dalla Bbc a Skynews, ai francesi Le Monde e Le Figaro, la notizia apre i siti dei maggiori quotidiani e tv internazionali.

«Non dirò a». È quanto si è limitato a dire uno dei legali dello studio Coppi che ha assistito Silvio Berlusconi nel processo Mediaset in Cassazione subito dopo la lettura del dispositivo. Anche alle richieste di un suo commento tecnico sulla sentenza non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

«La sentenza va rispettata, eseguita e applicata». Sono le prime parole del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, a commento della decisione della Cassazione sul processo Mediaset.

Nessun commento alla decisione della Cassazione sul processo Mediaset da parte del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati che si è limitato a spiegare che «la pena principale è definitiva ed è eseguibile». Per rideterminare la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi la Corte di Cassazione manderà gli atti ai giudici d'Appello di Milano. Mentre l'estratto della sentenza, per quanto riguarda la pena principale di 4 anni di reclusione (tre coperti da indulto) e che riguarda anche gli altri tre coimputati dell'ex premier, verrà trasmesso alla Procura di Milano.

A questo punto, secondo la procedura, il pm dovrà emettere il cosiddetto ordine di esecuzione con contestuale sospensione perché la pena da scontare, per Berlusconi, considerato che dei quattro anni tre sono condonati dall'indulto, è di un anno. Dal momento della notifica dell'atto il Cavaliere entro il tempo massimo di 30 giorni, che in questo caso, vista la pausa feriale decorrono dal 16 settembre, potrebbe andare ai domiciliari, o chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali.

Richiesta che verrà valutata dal Tribunale di Sorveglianza in tempi lunghi. Se invece, entro il termine di 30 giorni, che scade quindi il prossimo 15 ottobre non verrà presentata alcuna istanza di misura alternativa toccherà ad un magistrato di sorveglianza decidere nell'arco di pochi giorni e, in base anche alla legge «Svuota-carceri», la misura per Berlusconi sarebbe comunque quella dei domiciliari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA