Critica la legge sull'omofobia
Sacerdote di Albano nella bufera

Una vicenda inquietante quella che nei giorni scorsi ha letteralmente travolto don Stefano Piccinelli, sacerdote bergamasco originario di Albano Sant'Alessandro, finito al centro di una grande bolla mediatica scatenata dal quotidiano «La nuova Ferrara».

Una vicenda inquietante quella che nei giorni scorsi ha letteralmente travolto don Stefano Piccinelli, sacerdote bergamasco originario di Albano Sant'Alessandro, finito al centro di una grande bolla mediatica scatenata dal quotidiano «La nuova Ferrara».

Il motivo? Don Stefano, da otto anni cappellano dell'ospedale di Cona nella provincia estense, aveva affisso nell'anticamera della sua chiesa l'appello alla raccolta firme lanciato dal quotidiano cattolico online «La nuova Bussola quotidiana» in protesta alla legge sull'omofobia.

La norma, attualmente in discussione alla Camera, sta destando numerose reazioni nel mondo cattolico per le limitazioni che comporterebbe alla libertà di pensiero e di credo: secondo il testo base, avverte l'associazione «Giuristi per la Vita», organizzare una protesta contro leggi che permettano matrimoni e adozioni omosessuali o anche solo criticare il comportamento omosessuale sarà punibile con il carcere fino a sei anni.

«Non avrei mai immaginato che esporre nell'anticamera della chiesa un semplice appello contro questa legge mi avrebbe fatto finire in prima pagina. Sono senza parole - spiega don Stefano -. Sulle poche cose che ho detto alla giornalista hanno costruito un grande panegirico. In realtà come prete io devo difendere la verità e quindi ho dato loro motivazioni basate sulla fede e sul credo, ma il giornale ha messo tutto sul piano degli interessi».

«Personalmente non avrei problemi e accompagnare spiritualmente una persona omosessuale - spiega il sacerdote -. Non credo in nessun tipo di discriminazione: questo è il messaggio cristiano».

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