Costa Volpino: «Razzisti? no»
Ma il paese si spacca in due

La prima elementare di Costa Volpino formata da 14 bambini stranieri senza neppure un alunno italiano non è un incidente di percorso. Rivela anzi dubbi e paure di fondo che accompagnano la comunità da almeno quarant'anni.

La prima elementare di Costa Volpino formata da 14 bambini stranieri senza neppure un alunno italiano non è un incidente di percorso. Rivela anzi dubbi e paure di fondo che accompagnano la comunità da almeno quarant'anni, da quando cioè si insediò il primo nucleo di immigrati marocchini.

Questo comune è il più popoloso dell'alto Sebino e più densamente abitato da stranieri, pari a quasi il 20% della popolazione. Qui ieri chiunque ha in famiglia un bambino in età scolare parlava della classe-ghetto, proponendo analisi e spiegazioni, ma la domanda latente con cui tutti devono fare i conti è: Costa Volpino è un paese razzista?

«Secondo me no - risponde senza esitazioni Giuseppe Ravelli, un passato da lavoratore nel mondo arabo e maghrebino, abituato quindi a confrontarsi con culture diverse - perché il razzismo è una forma mentale che ti porta ad aggredire il diverso. Qui episodi di tal genere non sono mai avvenuti».

Eppure basta scavare un po' di più per raccogliere commenti che rivelano quanto meno fastidio per «l'eccessiva» presenza di stranieri. «Sono in tanti - spiega un commerciante di via Nazionale - più di noi italiani. Certo, non si può generalizzare, perché anche io ho un collaboratore marocchino ed è la persona più brava e più buona al mondo. Ma nel complesso il nostro tessuto sociale e urbanistico non è certo invitante».

A risentire maggiormente della presenza di stranieri è proprio la frazione di Corti, la più popolosa: è qui che di sera i portici sono frequentati quasi esclusivamente da stranieri. «Io sono bosniaco - aggiunge Sejad, in Italia da dieci anni - e qui non ho mai avuto problemi: mi basta lavorare. Quel che è successo a scuola non lo so di preciso, ma di cosa hanno paura i genitori italiani?».

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