Si compra sempre meno pane
Colpa della crisi e delle diete

Gli italiani mangiano meno pane, i bergamaschi si adeguano al trend. In tempi di forte crisi anche uno dei prodotti di maggiore consumo viene tagliato nella spesa di ogni famiglia. Ma c'è chi non lo compra anche perché ha paura d'ingrassare.

Gli italiani mangiano meno pane, i bergamaschi si adeguano al trend. In tempi di forte crisi anche uno dei prodotti di maggiore consumo viene tagliato nella spesa di ogni famiglia. «Questo è un dato che non mi sconvolge - commenta Roberto Capello, presidente di Aspan (associazione provinciale panificatori bergamaschi) -. Dobbiamo considerare la questione su due fronti: se il pane inteso in senso stretto è in calo, i prodotti derivati, come pizza e focaccia, sono invece in crescita. È chiaro che i consumi sono destinati a diminuire: sono cambiate le abitudini dei bergamaschi. Mangiano spesso fuori e i nuovi ritmi lavorativi non richiedono un grande fabbisogno di carboidrati. Non dobbiamo aspettarci una ripresa delle vendite proprio per questo motivo».

I panificatori orobici dovranno quindi mettersi il cuore in pace e cercare di offrire un prodotto che rispetti sempre più le esigenze del consumatore. «Il crollo delle vendite - spiega Dario Tresoldi, titolare di uno dei forni più conosciuti in città - è evidente. Noi abbiamo riscontrato una diminuzione del 30%. Per cercare di contrastare questo fenomeno, puntiamo alla qualità e alla varietà: sforniamo pane più volte al giorno per garantire un prodotto sempre fresco e proponiamo anche prodotti con semi particolari. Il calo è dovuto soprattutto al riutilizzo del pane "del giorno prima": nessuno lo butta, lo si surgela o si preparano altri piatti».

La flessione delle vendite, inoltre, non dipende solamente da aspetti economici e sociali, ma anche medici: «I nutrizionisti - prosegue Capello - sostengono che i carboidrati fanno ingrassare e sono dannosi per la dieta. Io credo fortemente che il pane non sia uno dei fattori principali del sovrappeso».

Pane e cultura

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