Tasi e Trise, ecco le nuove tasse
E alla fine pagheremo... di più

La giungla degli acronimi fiscali si infittisce: la Tares diventa Tasi, l'Imu e la tassa sui servizi indivisibili diventano Tari. Tasi e Tari sono accorpate nella Trise (Tassa rifiuti e servizi). Il risultato? Secondo la Uil alla fine pagheremo tutti di più.

La giungla degli acronimi fiscali si infittisce ancora di più: la Tares diventa Tasi, l'Imu e la tassa sui servizi indivisibili diventano Tari. Ma non è finita qui, perché nel nuovo sistema di tassazione, Tasi e Tari sono accorpate nella Trise (Tassa rifiuti e servizi), nota come «service tax», approvata dal Governo Letta nelle scorse settimane e attiva dal 2014.

Che fine faranno la vecchia Imu (prima ancora chiamata Ici) e la Tares (nata come Tia, diventata Tarsu)? Allo stato attuale, l'Imu è stata abolita per la prima casa (non di lusso), mentre continuerà ad essere pagata dai proprietari di seconde case, immobili di «lusso» e capannoni industriali.

La vecchia Tares non è stata abolita ma sostituita e verrà pagata da chi occupa l'immobile, che sia proprietario o inquilino in affitto, sulla base della superficie dell'abitazione e per il numero delle persone che la occupano.

La Trise accorpa quindi la gestione e smaltimento dei rifiuti con i servizi indivisibili, come l'illuminazione pubblica, la sicurezza e la manutenzione delle strade, cioè tutti quei servizi per la collettività.

A calcolare quanto pagheranno i cittadini residenti nel Comune di Bergamo, il servizio politiche territoriali della Uil. Il sindacato ha elaborato alcune proiezioni sulla base di due aliquote diverse e una cosa è certa: i portafogli dei cittadini sono nelle mani degli amministratori comunali, perché dalle elaborazioni emergono differenze abissali nel caso in cui venga applicata l'aliquota minima o massima nel calcolo della Tasi, assimilabile all'Imu.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo dell'1 novembre

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