Mistero sul cadavere nell'Oglio
ma è esclusa la morte violenta

Il cadavere di un uomo sui cinquant’anni è stato trovato venerdì pomeriggio a Calcio, lungo la sponda del fiume Oglio, da un residente del posto che stava passeggiando in prossimità dell’alveo. «In un primo momento ho pensato si trattasse di un manichino – ha raccontato il pensionato nel vedere un piede spuntare dalle rocce – poi mi sono avvicinato, e dopo un attimo di esitazione ho purtroppo capito che invece si trattava di un cadavere».

Il ritrovamento è avvenuto poco dopo le 18, in un punto del fiume posto vicino a una chiusa, poco distante dall’azienda agricola e allevamento di trote «Mandelli», nella zona Sud della campagna attorno a Calcio. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, si trovava parzialmente immerso nell’acqua con un piede incastrato tra due massi e indossava solo un costume da bagno.

Immediatamente è stato lanciato l’allarme alla centrale operativa del 112, che sul posto ha inviato una pattuglia della locale stazione e una della caserma di Romano. Sulla riva del fiume si sono portate anche due squadre dei vigili del fuoco di Romano e altrettante del gruppo Saf (Speleo alpino fluviale). La zona è stata transennata in attesa delle indicazioni da parte del pm Maria Esposito, che ha successivamente disposto l’intervento del nucleo investigativo dell’Arma di Bergamo.

Impossibile per ora stabilire l’identità dell’uomo ritrovato senza vita e le cause della sua morte. Stando a un primo esame esterno del cadavere, secondo i carabinieri, si tratterebbe di un soggetto di mezza età, deceduto presumibilmente una ventina di giorni or sono, forse per un malore o più probabilmente per annegamento. Viene comunque esclusa la morte violenta: i carabinieri del nucleo investigativo non hanno infatti trovato sul corpo segni che possano ricondurre a questa ipotesi.

Un mistero che rimarrà tale fino al giorno dell’esame da parte del medico legale, in programma nei prossimi giorni nella camera mortuaria del cimitero di Treviglio, dove il cadavere è stato trasferito sabato in serata su ordine del magistrato. Ugualmente difficile anche ipotizzare da dove provenga il corpo dell’uomo.

Alcuni residenti della zona sostengono che il corpo sia finito nelle acque del fiume che lambisce Palosco, comune situato alcuni chilometri più a Nord rispetto Calcio: «A Palosco c’è la paratia di contenimento, conosciuta come "la diga", e quindi è possibile che quell’uomo sia scivolato in acqua per poi essere trascinato dalla corrente fino a Calcio».

Altri non escludono che il corpo possa arrivare da molto più lontano: «Può darsi che le barriere di Palosco fossero alzate proprio quando è avvenuto il passaggio del cadavere e abbiano così consentito alle acque di trasportare il corpo. In questo caso, stabilire da dove giunga esattamente è impossibile. Potrebbe arrivare anche dal lago d’Iseo».

I carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo attendono l’esito dell’eventuale esame autoptico, e intanto hanno diramato alle stazioni dell’Arma la notizia dell’avvenuto ritrovamento del cadavere, proprio per sapere se siano state presentate nelle ultime settimane denunce di sparizione.

A rendere difficoltoso l’eventuale riconoscimento sono anche le condizioni del volto, i cui connotati sono stati cambiati dal lungo tempo trascorso in acqua dopo la morte. Mistero fitto, dunque, intorno al ritrovamento del corpo.

È la prima volta che a Calcio il cadavere di una persona viene ritrovato nell’alveo del fiume Oglio. Pochi anni fa era invece accaduto alcuni chilometri più a valle, nel confinante territorio di Pumenengo: il corpo di un uomo era stato intravisto nell’acqua da un pescatore. Era il corpo di un uomo di mezza età, che non riportava alcun segno di violenza: l’autopsia stabilì che la morte era avvenuta per annegamento, e la sua identità non venne mai scoperta.

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