Dopo 10 anni si abbassa
il canone d'affitto concordato

Dopo dieci anni, si abbassano gli affitti del canone concordato. L'accordo, raggiunto nei giorni scorsi dalla proprietà edilizia e dai sindacati degli inquilini, è valido da oggi a Bergamo e in 22 comuni dell'hinterland e della media pianura.

Dopo dieci anni, si abbassano gli affitti del canone concordato. L'accordo, raggiunto nei giorni scorsi dalla proprietà edilizia e dai sindacati degli inquilini, è valido da oggi a Bergamo e in 22 comuni dell'hinterland e della media pianura.

Il canone concordato è una via di mezzo tra l'affitto di mercato libero (il classico 4+4) e l'edilizia residenziale pubblica (il canone sociale). È una formula ancora residuale nel mercato degli affitti della Bergamasca, nonostante le sue potenzialità intrinseche (vantaggi reciproci per il locatore e il conduttore) e i ripetuti sforzi per rilanciarlo con incentivi e fondi di garanzia, soprattutto da parte dell'amministrazione comunale di Bergamo.

Dal 2003, data dell'ultimo accordo tra le parti, il canone concordato era fermo. Dieci anni durante i quali nel panorama immobiliare italiano e internazionale è successo di tutto. Con effetti svalutativi che ormai sono sotto gli occhi di tutti: le case si vendono sempre meno, sempre più famiglie faticano a pagare l'affitto a fine mese e i canoni del mercato libero si sono progressivamente abbassati.

E così, anno dopo anno, la differenza tra canone concordato e canone libero si è progressivamente erosa. Con il risultato di tagliar fuori dal regime calmierato (che ormai risultava sempre meno calmierato) migliaia di famiglie che altrimenti - questa almeno è la speranza di proprietari e sindacati - potrebbero permettersi una casa in affitto.

Ecco perché l'accordo raggiunto è importante: perché a fronte di una domanda crescente di edilizia sociale e di un'offerta assolutamente insufficiente di case pubbliche, la leva del privato, finora pressoché inesistente, è indispensabile.

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