Il vescovo: «Il ricordo dei defunti
unisce credenti e non credenti»

«Il ricordo riconoscente delle persone defunte, soprattutto gli affetti più cari nella nostra vita, è un sentimento che unisce credenti e non credenti. Il cimitero è un luogo dove l’esperienza del ricordo diviene particolarmente viva, perché ogni cimitero è un grande memoriale che indica l’appartenenza di ogni uomo all’umanità e a una comunità».

Il vescovo Francesco Beschi ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica nella chiesa del cimitero civico in suffragio di tutti i defunti della città di Bergamo. È stata la sua prima visita al cimitero cittadino ed è stato accolto da numerose persone, fra cui il prefetto Camillo Andreana, Marcello Moro, assessore comunale al Personale, Servizi anagrafici e cimiteriali, Innovazione tecnologica e Giuliano Capetti, assessore provinciale a Viabilità e trasporti, nonché autorità militari e alcuni parroci cittadini.

«In ogni cimitero – ha esordito monsignor Beschi all’omelia – l’esercizio del ricordo è profondamente diverso da ogni altro ricordo. In questo luogo, infatti, riportiamo alla memoria le persone, le loro opere e la loro storia. In questo luogo ricordiamo le persone care o che hanno costruito la vita della nostra comunità. E il nostro ricordo diviene preghiera».

Il ricordo delle persone care defunte spinge in particolare a interrogarsi sulla speranza cristiana. «Nel cimitero – ha aggiunto monsignor Beschi – la Parola di Dio non ha bisogno di essere gridata. Il cristiano non crede soltanto in una eco che prosegue dopo la morte, oppure si limita a una visione filosofica dell’immortalità dell’anima. Il cristiano crede in una Persona che ha nome Gesù Cristo, la cui morte in croce ha riscattato la morte dell’uomo».

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