Addio a Sandro Rigamonti
Mister «Gratta&Vinci» negli anni 90

Sandro Rigamonti, originario di Pontida, è morto a 88 anni a Malindi, la sua seconda patria, dove si era trasferito a metà degli anni Novanta, appena prima del putiferio sollevato dalle maxi vincite del «Gratta & Vinci», realizzate nella sua ricevitoria di Curno e mai pagate dallo Stato.

Se l’è portato via una broncopolmonite. Tre giorni in un ospedale africano, ma non ce l’ha fatta. Anche all’ombra delle palme, Rigamonti era conosciuto come mister «Gratta & Vinci», mentre qualcuno lo chiamava Gandhi per via del suo fisico esile come un fuscello.

Il suo nome in Bergamasca rimane legato alla vicenda dei tagliandi «grattati» a Curno che avevano fatto sognare centinaia di persone, alle quali lo Stato avrebbe dovuto pagare complessivamente 54 miliardi di lire. Alcuni vincitori si indebitarono prima di incassare, ci fu chi comperò una Ferrari che dovette poi restituire, altri si costituirono nel comitato «Lotto 71» sperando di recuperare le vincite.

Sul banco degli imputati salirono Rigamonti con una figlia e un socio. Accusato di aver tenuto per sé, per i familiari e alcuni amici una partita di «Gratta e Vinci» quasi tutti vincenti, Rigamonti fu processato per abuso d’ufficio e tentata truffa ai danni dello Stato. Ma il giudice gli diede ragione. Furono assolti tutti e su tutta la linea.

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