Aiuto Donna torna nelle scuole
Parole e video contro la violenza

Riparte il Progetto Scuola dell’Associazione Aiuto Donna: il centro antiviolenza cittadino, che da oltre 15 anni accoglie e supporta le donne che vengono maltrattate dagli uomini, porta all’interno delle scuole bergamasche il tema della violenza contro le donne, con una serie di incontri dedicati agli studenti di città e provincia.

Dal 4 marzo prende il via un nuovo ciclo di interventi, rinnovati non soltanto nei contenuti che verranno proposti ma anche per la quantità di istituti che verranno toccati: ad essere coinvolti, inoltre, non saranno più soltanto gli studenti delle scuole superiori ma anche, per la prima volta, quelli delle medie. I laboratori di Aiuto Donna entreranno infatti alla scuola media di Bolgare, dove durante le prime due settimane di aprile si terranno quattro incontri con gli alunni delle terze.

«Quale luogo migliore se non quello della scuola - dice Oliana Maccarini, presidente di Aiuto Donna -, visto che il problema della violenza sulle donne è prima di tutto un problema culturale? L’obiettivo è quello di insegnare il rispetto di sé e dell’altro, e di promuovere la cultura della parità tra gli uomini e le donne».

Oltre alle medie di Bolgare sono diverse le scuole cittadine interessate dal progetto. Per tutto il mese di marzo si terranno incontri al Liceo Secco Suardo, dove agli interventi programmati all’interno delle quarte e delle quinte si aggiungeranno anche due mattinate per studenti di tutte le età, all’interno del programma di cogestione. C’è poi l’Istituto Natta, che a sua volta prevede alcune ore di cogestione nei primi giorni di aprile, e il Centro Studi Leonardo Da Vinci, che prevede alcuni incontri da svolgersi tra marzo e maggio.

«Faremo interventi anche in altre scuole – spiega Simona Pezzoli, psicologa e responsabile del Progetto Scuola di Aiuto Donna – e intendiamo investire sulla collaborazione con le scuole medie, dopo Bolgare cercheremo di entrare in contatto con gli istituti della città. Partiamo dall’idea che combattere la violenza non significa solo agire a posteriori, accogliendo e sostenendo le vittime, ma anche avviare un’indispensabile attività di prevenzione. Siamo convinte che l’istituzione scolastica dia ai ragazzi l’opportunità di promuovere il cambiamento di una cultura intrisa di stereotipi a sfavore della donna, cambiamento che non può avvenire senza il contributo attivo delle giovani generazioni».

Prima un brainstorming sul significato della parola «maltrattamento», poi la proiezione di video che non lasciano indifferenti: con queste azioni le psicologhe, le operatrici e le avvocate di Aiuto Donna coinvolgono ragazze e ragazzi, che rispondono sempre con grande interesse. «Quasi sempre ci dicono di non aver mai parlato di questo argomento in modo approfondito – aggiunge Simona Pezzoli - e spesso non sanno che a Bergamo esiste un centro antiviolenza. Molte riflessioni ruotano intorno alle ragioni per cui una donna vittima di violenza fa fatica a lasciare il proprio compagno che la maltratta, ma anche il ruolo maschile ha spazio nelle discussioni. A volte qualche studentessa, durante l’intervallo, ci ferma in corridoio per raccontarci vicende conosciute e per chiederci indicazioni su come affrontare la situazione».

Atteggiamenti riconducibili allo stalking sono spesso presenti tra gli adolescenti, ma capita di frequente che vengano scambiati per eccessive manifestazioni d’affetto: «Il nostro motto è “conoscere per riconoscere” – conclude Pezzoli -, cerchiamo di far riflettere i ragazzi su quei comportamenti che consideriamo “campanelli d’allarme” della violenza».

Il centro antiviolenza Aiuto Donna, attivo dal 1999, si trova in via San Lazzaro 3 e riceve su appuntamento tutti i giorni, mattina e pomeriggio. Le operatrici rispondono al numero 035212933, informazioni sul Progetto Scuola e su tutte le altre attività del centro si trovano su www.aiutodonna.it.

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