Alessandro è ancora in ospedale
Gli amici: in Kurdistan come cooperante

La famiglia resta in silenzio, chiusa nell’abitazione di via Bramante 1, a Treviglio. Sono gli amici di Alessandro De Ponti che tracciano un profilo del giovane 23enne, rimasto ferito mentre cercava di entrare illegalmente in Siria, al confine tra il Kurdistan iracheno e la Siria.

Amici e conoscenti hanno appreso la notizia del ferimento dai media: «Un ragazzo non sprovveduto - raccontano -, che conosce molto bene la situazione geopolitica di quella zona. In Kurdistan ci è andato come cooperante, perchè ha a cuore quel paese». E aggiungono: «Non lo vediamo dallo scorso aprile, prima di partire faceva il casaro. Poi il viaggio in Kurdistan».

Alessandro viene descritto come un «giovane riservato, di poche parole», e gli amici sottolineano: «Ci dispiace che qualcuno pensi che fosse uno sprovveduto: era ben consapevole di come muoversi, avendo molto a cuore la sua missione di cooperante».

Alessandro De Ponti è stato portato in ospedale a Erbil, città curda dell’Iraq capoluogo del governatorato di Erbil e della regione del Kurdistan iracheno. Il trevigliese sarebbe stato fermato insieme a tre ragazzi stranieri. Le condizioni di Alessandro De Ponti non sarebbero gravi: è ancora in ospedale, ma una volta uscito rischia di finire in carcere. Il ministero degli Esteri italiano è già al lavoro.

De Ponti era salito alla ribalta della cronaca per aver insultato il sindaco di Treviglio durante il corteo del 25 Aprile ed è accusato di aver aggredito un videoreporter che aveva filmato proprio quella contestazione.

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