Anche gli ultrà feriti dalle bombe carta
La Curva Nord prepara un comunicato

I bulloni di cui erano imbottite le bombe carta lanciate durante i tafferugli di sabato sera avrebbero ferito a polpacci e caviglie anche alcuni ultrà atalantini.

Lesioni simili a quelle riportate da alcuni dei 7 uomini delle forze dell’ordine colpiti nel corso degli scontri e che avrebbero potuto pesare come prova della partecipazione ai disordini: il fatto di essere stati centrati dal materiale metallico significherebbe che, se non sono gli autori materiali del lancio, erano quantomeno nel vivo dell’assalto. E così, per non rischiare di essere identificati, avrebbero preferito non ricorrere alle cure del pronto soccorso.

Chi ha fabbricato e fatto esplodere gli ordigni? Nessuno per il momento è in grado di dirlo. Gli agenti della Digos stanno visionando i filmati delle telecamere di sicurezza per cercare di risalire agli autori. Tra le immagini acquisite ci sono anche quelle della videosorveglianza nei pressi del Baretto di viale Giulio Cesare, noto ritrovo degli ultrà nerazzurri. È qui che stazionavano i sei ultrà in carcere da sabato sera (uno è stato messo ai domiciliari). Secondo le difese, che hanno presentato ricorso al Riesame contro l’arresto, i sei erano pacificamente all’esterno del locale, insieme a un altro centinaio di tifosi-avventori. Per il pm Giancarlo Mancusi avrebbero invece preso parte agli scontri.

Intanto, giovedì sera il direttivo della Curva era al lavoro per stilare un comunicato in cui si prende una posizione più netta contro i disordini. Nell’ultima uscita - la lettera di martedì al nostro giornale - gli autori della missiva si erano infatti limitati a esprimere «il nostro dispiacere» per «aver perso di mano la situazione fuori nel piazzale». Una vaghezza che aveva fatto storcere il naso anche a buona parte della tifoseria nerazzurra.

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