Attivista bergamasco arrestato in Val Susa
Condanna ridotta a un anno e 7 mesi

Da 2 anni e 2 mesi a un anno e 7 mesi, con la sospensione del regime degli arresti domiciliari. È questa la sentenza della Corte d’Appello di Torino nei confronti di Davide Forgione, torinese, e Paolo Rossi, originario di Bergamo, arrestati nel settembre 2013 perchè trovati in possesso di materiale potenzialmente pericoloso, con il quale avrebbero potuto confezionare ordigni esplosivi e incendiari.

La condanna risaliva al marzo scorso: i due erano stati arrestati il 30 agosto 2013 vicino al cantiere Tav di Chiomonte, in Val di Susa. Nella loro Toyota Yaris era stato scoperto quello che per l’accusa era un vero e proprio arsenale: sei tubi pvc che per gli inquirenti sarebbero serviti da lanciarazzi; 63 bengala, 5 bottiglie di benzina; due confezioni di diavolina; 5 fionde; 4 cesoie; una matassa di corde; flaconi di Maloox (per neutralizzare gli effetti dei lacrimogeni); maschere antigas; 31 chiodi a quattro punte; sei pneumatici.

Forgione è un attivista di spicco del centro sociale torinese Askatasuna. Rossi è nato a Clusone ed è originario di Vilminore, dove ancora abita la sua famiglia. Lui vive a Torino da qualche anno, dove frequenta l’università, e appartiene al Clp (Comitato di lotta popolare) definito una costola di Askatasuna. Ha studiato all’Itis di Lovere e dopo la maturità si è trasferito a Pavia dove ha conseguito la laurea triennale in giurisprudenza con indirizzo Cooperazione internazionale.

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