Barcellona, Luca non è morto da solo
«Ha guardato il cielo, era sereno»

Luca Russo non è morto solo dopo essere stato investito dal furgone del terrorista sulla Rambla.

Almeno tre persone, due berlinesi ed una cittadina americana, un’infermiera originaria di Boston, gli sono state vicine, cercando si prestargli soccorso, tenendogli le mani. «Con i due ragazzi di Berlino, gli stessi che si vedono nell’immagine in cui mio fratello è a terra - racconta la sorella Chiara all’ANSA - sono riuscita a parlare al telefono, stanotte. La cosa che più mi ha fatto piacere è stata l’empatia che c’è stata tra di loro, non l’hanno mai lasciato un attimo, era quello che avevo sperato». Chiara Russo cercherà di contattare ora anche Paula O’Rourke, l’americana residente a Barcellona che in un post su Facebook ha voluto informare la famiglia del giovane italiano di essere stata con lui in quegli istanti: «Ero con lui quando è morto, mi ha guardata e ha guardato il cielo, era sereno. Non è morto da solo e questo forse può dare un momento di pace».

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