Bas-Cogeme, prove tecniche di alleanza

Due tavoli, diversi protagonisti, un solo punto in comune: la Cogeme di Rovato, la società bresciana che la potente Asm Brescia di Renzo Capra considera da sempre la propria spina nel fianco.

Cogeme è una società geograficamente bresciana a forte vocazione territoriale - composta da 64 Comuni, dal Consorzio comunità di zona e dalla Comunità montana della Valle Camonica - ma nella lista dei soci ci sono diversi Comuni bergamaschi: Adrara San Martino, Adrara San Rocco, Barbata, Castelli Calepio, Castione della Presolana, Costa Volpino, Credaro, Fontanella, Foresto Sparso, Gandosso, Parzanica, Predore, Pumenengo, Sarnico, Tavernola, Torre Pallavicina, Viadanica, Vigolo e Villongo.

Da qualche mese Cogeme sta lavorando per la gestione del gas con Treviglio gas, Cogeide Energia di Mozzanica, Asm di Castelleone e la cremasca Scs. Ma c’è anche un tavolo tecnico con Bas per capire quali potrebbero essere le sinergie sui vari settori gestite dalle due aziende. E in primo piano c’è il gas. Due tavoli, una sola strategia: creare un polo per la gestione (non la vendita) del metano a cavallo tra due colossi come Aem Milano e Asm Brescia. Una sorta di cuneo verso sud, e non si tratta di una direzione casuale, visto che a sud insiste proprio il Gruppo Linea, composto da Aem Cremona, Astem Lodi, Asm Pavia e Tea Mantova. Ma questa è un’altra storia, sulla quale torneremo più avanti.

«Le trattative con le realtà della Bassa sono a buon punto, e crediamo di poter chiudere il tutto entro aprile», spiega Fabrizio Scuri, presidente della Cogeme, che aggiunge: «Ma un tavolo del genere sarebbe interessante allargarlo a Bas, con la quale siamo in contatto da tempo». L’obiettivo è chiaro, creare una realtà da 380 milioni di metri cubi l’anno: Bas ne fa 157, Cogeme 120, le realtà della Bassa un centinaio. In pratica la quarta realtà regionale dopo Aem, Asm e Gruppo Linea, che se non ha ancora unificato la gestione del gas potenzialmente ha i numeri per attestarsi al terzo posto. Anche se da Bas, il presidente Roberto Riccioni, memore forse della scoppola della mancata fusione con la comasca Acsm, getta acqua sul fuoco: «Trattative... Più che altro le definirei uno studio delle possibili opportunità».

Ad ogni modo l’operazione è da chiudere entro il 31 dicembre, per poter beneficiare delle proroghe degli affidamenti e concessioni stabiliti dal decreto Letta del 2000. Stabilito che il periodo transitorio di cinque anni scade il 31 dicembre 2005, si otterrebbe una proroga di un anno in forza di una fusione societaria che generi un bacino d’utenza doppio rispetto a quello iniziale della società maggiore. Poi altri due anni in quanto l’utenza servita supera i 100 milioni di metri cubi l’anno, per arrivare così al 31 dicembre 2008. A quel punto, mettendo sul mercato almeno il 40 per cento del capitale si ottengono altri due anni, arrivando così in tutta tranquillità al 31 dicembre 2010.

Ma l’operazione di suo non si presenta semplicissima, anche se Scuri non nasconde che «il tavolo di trattativa con Bas è vicino a chiudere l’accordo» e lo stesso sindaco Cesare Veneziani aveva sottolineato come «la Cogeme fosse un partner più che interessante»: il problema semmai è superare una certa diffidenza dei partner della Bassa, che potrebbero temere l’ingresso di Bas nella compagine societaria. Il lavoro più difficile è ora quello sul piano diplomatico-societario.

(01/02/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA