Belotti lancia il modello catalano
«Fronte unico indipendentista»

Da Palazzago a Barzana, da Azzano a Spirano e Chiuduno. È la Bèrghem che sfila per le vie di Verona portando la solidarietà orobica ai 24 indipendentisti veneti arrestati per terrorismo e per aver allestito un tanko, un carro armato ricavato da un trattore

Da Palazzago a Barzana, da Azzano a Spirano e Chiuduno. È la Bèrghem che sfila per le vie di Verona portando la solidarietà orobica ai 24 indipendentisti veneti arrestati per terrorismo e per aver allestito un tanko, un carro armato ricavato da un trattore.

A guidare la delegazione (composta da otto pullman più auto varie, per circa 500 persone in tutto) c’è il segretario provinciale della Lega Daniele Belotti, che non si fa mettere ko dai due gol subiti dall’Atalanta e si catapulta dallo stadio alla piazza scaligera. Con una proposta che, indirizzata al quotidiano online «L’indipendenza» e pubblicata su Facebook, ha già scatenato il dibattito tra i militanti (soprattutto a favore): «È il momento di un fronte unico indipendentista».

Il modello è la piattaforma catalana, «dove tanti movimenti, se pur diversi, stanno insieme per il sogno comune della libertà». Così si tende la mano ai veneti, i «fratelli coltelli», al 90% fuoriusciti dal movimento reo di aver annacquato il celodurismo secessionista. «È ora di smetterla di prenderci a coltellate a vicenda nella schiena, se siamo d’accordo che il vero nemico della libertà, dell’autodeterminazione e della voglia di indipendenza è lo stato (minuscolo!) centrale».

Un tempo il sogno si chiamava Padania, scomparso dai simboli elettorali (in Europa sostituito dal «Basta Euro»; alle amministrative dal nome del Comune o, in alcuni casi, del candidato sindaco). «Ma resta all’articolo 1 del nostro Statuto», si affretta a precisare Belotti. Oggi chissà. Ma un punto fermo c’è: «Per me il nemico non è quello che sta al mio fianco e che vuole il mio stesso obiettivo, la libertà, ma chi ho di fronte e che cerca di tenermi ancora schiavo di Roma».

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