Bèrghem e il peccato originale
«Nati come proposta troppo politica»

Lìber Prim, al secolo Bruno Agazzi, duca emerito di Piazza Pontida interviene sul tema dei cartelli in vernacolo, sollevando diverse riflessioni ricche di interesse.

Vedo con (moderata) sorpresa che sta tornando prepotentemente, con tutta la sua alta valenza politica e culturale, l’annosa questione dei cartelli stradali con la scritta Bèrghem. Non so davvero – visti i tempi che corrono – quanti bergamaschi si appassioneranno a quest’ultima puntata dell’interminabile feuilleton ma, poiché nei vostri articoli si cita il Ducato di Piazza Pontida, che ho avuto l’onore e il piacere di guidare per quindici anni, vorrei proporre alcune brevi considerazioni in merito.

Mi pare che l’ormai ultradecennale guerra del cartello paghi una sorta di peccato originale, e cioè il fatto che la proposta iniziale sia nata con una connotazione politica di parte troppo evidente e sbandierata, così che la scelta di collocare gli ormai famosi cartelli, ha finito col provocare una reazione uguale e contraria, che si ripete ad ogni cambiamento di amministrazione, all’insegna del «su il cartello» - «giù il cartello» (ora, per la verità, nella più moderata versione del «rimpiccioliamo il cartello», cui potrebbe seguire un «ingrandiamo il cartello»).

Forse se l’iniziativa, a suo tempo, fosse partita da un sodalizio apartitico come il nostro, che della cultura e della lingua bergamasca si occupa da quando è nato, non saremmo ancora qui a discuterne. Non so. Anche la vicenda – che molti ricorderanno – della statua di Arlecchino posata sulla fontana di Largo Rezzara, che il Ducato propose alla città in modo irrituale e provocatorio, ma suscitando un ampio consenso popolare, non si sarebbe trascinata per anni se non se ne fosse impadronita la politica, trasformandola nell’ennesima occasione di scontro fra opposti schieramenti con l’esito che tutti conosciamo: una statua posizionata in un luogo (stazione autolinee) che poco ci soddisfa e con una sempre incompiuta fontana in Largo Rezzara.

Leggo che l’operazione di «ristrutturazione» dei cartelli incriminati rientrerebbe in un discorso più ampio di rifacimento della segnaletica cittadina, per renderla più funzionale, cioè più omogenea e quindi più chiara. Intento, questo, del tutto sensato e condivisibile, anche senza scomodare l’Expo. Spero solo che non si riduca ancora una volta a querelle politica per interposto cartello.

Mi fa piacere che l’ex sindaco Veneziani ricordi che la promozione della cultura bergamasca, più che dalla segnaletica stradale passa dall’azione di associazioni come il nostro Ducato. Da ex Duca vorrei ricordare che il nostro sodalizio ha sempre mantenuto verso il legittimo confronto politico un atteggiamento equilibrato e fermamente ancorato alla concretezza dei problemi. Sono convinto che anche sotto la direzione del Duca Smiciatöt, (da poco eletto) il nostro sodalizio continuerà su questa linea, che gli ha consentito di porsi come interlocutore credibile e costruttivo di tutte le amministrazioni che si sono succedute nel governo della città.

Lìber Prim

Duca emerito di Piazza Pontida

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