Cai, tensione ad alta quota - Video
«Quel reality non è alpinismo»

Il Cai nazionale interviene sul programma «Monte Bianco», condotto dal bergamasco Simone Moro.

Il Foglio li ha definiti «gufi reazionari» in merito alla posizione adottata sul reality televisivo «Monte Bianco», dedicato all’alpinismo e condotto oltre che da Caterina Balivo dal bergamasco Simone Moro. Ma il Cai non ci sta: «Per tradizione non siamo favorevole alle crociate, siamo abituati a non avere pregiudizi e a giudicare nel merito» commenta il presidente nazionale, Umberto Martini. «Le montagne sono di tutti, di conseguenza un reality televisivo girato sulle vette non è di per sé un fatto da condannare. “Monte Bianco” è uno spettacolo televisivo, certamente non vi è rappresentata la visione che della montagna dà il Cai, ovvero la ricerca di libertà e autorealizzazione personale, bensì è mostrata la sfida fine a sé stessa, che certamente non è alpinismo».

Martini precisa che «il padrone della montagna non è il Cai, noi ne siamo fruitori e, in più, insegniamo ai nostri soci e agli appassionati, attraverso le nostre Sezioni e le nostre Scuole, a viverla in modo rispettoso e consapevole, nei confronti anche di chi risiede nelle Terre alte. Per noi chi va in montagna, come ho visto fare nel reality, senza mettere sconsideratamente a repentaglio la sicurezza propria, degli altri e senza rovinare l’ambiente, è certamente libero di farlo. La presenza delle Guide alpine, del resto, non può che essere garanzia di questo».

«Il programma, come detto, è uno spettacolo televisivo, non un documentario – conclude Martini - non bisogna quindi cercare qui la verità assoluta relativamente all’alpinismo e alle Terre alte. Non si capisce perché chi monitora situazioni anche delicate come questa, entrando nel merito con competenza ed esperienza, debba essere etichettato come reazionario e anti moderno».

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