Caso Yara, risarcito Fikri
Ingiusta detenzione: 9.000 euro

La Corte d’Appello di Brescia ha accolto l’istanza di risarcimento per ingiusta detenzione presentata dai legali di Mohamed Fikri stabilendo un risarcimento di 9 mila euro. Fikri era stato arrestato nel dicembre 2010 perché ritenuto il responsabile della morte di Yara Gambirasio

Operaio del cantiere di Mapello dove erano state trovate tracce di Yara, Fikri era stato inchiodato dalla traduzione di un’intercettazione telefonica che si era poi rivelata sbagliata. L’inchiesta a suo carico è stata definitivamente archiviata nell’agosto 2013. Fikri era stato fermato nel dicembre 2010 perché ritenuto il responsabile della morte di Yara Gambirasio su una nave salpata da Genova e diretta in Marocco

Residente a Montebelluna, nel trevigiano, operaio del cantiere di Mapello, i suoi guai giudiziari iniziarono la sera del 4 dicembre 2010, una settimana dopo la scomparsa di Yara. Con una rocambolesca operazione disposta dalla Procura di Bergamo, gli investigatori avevano raggiunto un traghetto salpato da Genova e sul quale Fikri stava raggiungendo Tangeri.

La sua appariva, in quel momento, come una fuga: poche ore prima i carabinieri avevano infatti intercettato una sua telefonata, nella quale, secondo una prima traduzione, Fikri avrebbe dichiarato: «Che Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io». Invece, ascoltata da altri interpreti, quella stessa frase venne tradotta in modo del tutto diverso: «Mio Dio, facilitami nella partenza».

Secondo il pm stesso e l’avvocato difensore Roberta Barbieri la versione corretta era la seconda: giudizio suffragato da ben sei nuove traduzioni (cinque del pm e una della difesa) allegate al fascicolo, dopo che il gip aveva ordinato nuove indagini sul punto. Dopo due giorni dal fermo era stato rimesso in libertà, e l’inchiesta a suo carico definitivamente archiviata nell’agosto 2013.

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