«Con lui è cresciuto un quartiere»
L’addio a Tino, il barista amico

«Tino ha lasciato un’impronta importante perché, attraverso la sua attività,è stato capace di far crescere un quartiere». Parole emblematiche quelle pronunciate da don Gianni Carzaniga, parroco di Sant’Alessandro in Colonna, nell’omelia al funerale di Ernesto Acquaroli, conosciuto da tutti come Tino.

Tino - che gestiva da 31 anni il bar Haiti in largo Rezzara - è morto domenica 23 novembre a 68 anni, stroncato da un male che in 50 giorni non gli ha dato scampo, ma è destinato a non essere dimenticato dai tanti clienti che ascoltava e ai quali era sempre pronto a dare una parola allegra o di conforto.

Fino a due mesi fa era lui ad aprire la mattina presto ed era suo l’ultimo caffè la sera. Anni spesi con professionalità e passione in quel locale stretto e accogliente, fare il caffè era sempre stata la sua vita. Ha dato moltissimo al quartiere e tutti lo ricorderanno con il suo inconfondibile cappello a barchetta, le maniche rimboccate della camicia e l’immancabile gilet.

Ecco perché stamattina, mercoledì 26 novembre, quasi un migliaio di persone ha sfilato nel cuore di Bergamo per il corteo funebre e si presentate in chiesa e sul sagrato per dare l’ultimo abbraccio all’amico barista che è volato in cielo. La salma di Tino è stata tumulata nel cimitero di Bergamo accanto a quella del figlio Edoardo, morto 17 anni fa in un incidente stradale..

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