Credi Suisse, 10mila conti «italiani»
La Finanza chiede i nomi dei clienti

La Guardia di Finanza ha chiesto alle autorità fiscali svizzere gli elenchi relativi ai beneficiari italiani delle polizze assicurative del Credit Suisse al centro di una indagine per frode fiscale chiuse nell’ottobre scorso con un accordo in base al quale la società si è impegnata a versare 109 milioni di euro al fisco italiano.

Le polizze assicurative secondo l’accusa, sarebbero state soltanto un escamotage studiato da funzionari della banca svizzera per consentire a clienti italiani di portare denaro oltre il confine e nasconderlo all’erario. Al termine dell’ analisi dei dati svolta dalla Guardia di Finanza con l’Agenzia delle Entrate, sono stati finora identificati i titolari di 3.297 polizze, la maggior parte dei quali già destinatari di contestazioni degli uffici finanziari concluse con la riscossione di circa 173 milioni di euro per imposte, sanzioni e interessi. La nuova richiesta riguarda gli effettivi beneficiari italiani tuttora non compiutamente identificati, titolari di ulteriori 9.953 posizioni finanziarie, per un ammontare complessivo di 6.676.134.954 euro.

Le prime identificazioni sono avvenute anche per effetto dell’adesione alla prima procedura di Collaborazione Volontaria (c.d. «Voluntary disclosure». Per la nuova richiesta, la Guardia di Finanza si è avvalsa dei nuovi canali di cooperazione internazionale tra l’Italia e la Svizzera. L’iniziativa deriva dagli esiti dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, conclusa, tra l’altro, con il “patteggiamento» dell’istituto di credito per responsabilità ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 in relazione al reato di riciclaggio.

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