Da Ponteranica a Botta di Sedrina
La Diocesi accoglie i rifugiati

La Caritas diocesana ha predisposto l’accoglienza di un gruppo di 54 profughi «richiedenti asilo»: 25 di questi erano ospiti nei giorni scorsi alla Ca’ Matta di Ponteranica, 19 alla Casa del Bosco di Bergamo e 10 alla ex casa delle Angeline a Casazza.
Su L’Eco di Bergamo del 19 agosto due pagine di approfondimento

Il vescovo Francesco Beschi, accogliendo il forte invito di Papa Francesco, ha aperto all’accoglienza la casa finora destinata ai Ritiri Spirituali a Botta di Sedrina.


La Caritas diocesana ha quindi predisposto l’accoglienza di un gruppo di 54 profughi «richiedenti asilo», in accordo con la Prefettura. 25 di questi erano ospiti nei giorni scorsi alla Ca’ Matta di Ponteranica, 19 alla Casa del Bosco di Bergamo e 10 alla ex casa delle Angeline a Casazza.

Un percorso che segue quanto indicato da Papa Frrancesco il 10 settembre scorso, dopo aver fatto visita al Centro Astalli, luogo nel cuore di Roma che accoglie, nutre e aiuta rifugiati, proseguendo idealmente la sua visita a Lampedusa. Nel suo discorso il Santo Padre aveva consegnato alla Chiesa delle linee molto chiare: «I conventi vuoti non servono alla Chiesa. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati - aveva detto -. Servire significa accogliere con attenzione la persona che arriva; significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano, senza calcoli, senza timore, con tenerezza e con comprensione, come Gesù si è chinato a lavare i piedi agli apostoli. Servire significa lavorare a fianco dei più bisognosi, stabilire con loro innanzitutto relazioni umane, di vicinanza, legami di solidarietà».

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