«Dalla Croce messaggio d’amore»
Stasera veglia pasquale in Cattedrale

Una celebrazione che inizia nel silenzio quella del Venerdì Santo. È il silenzio che ha accompagnato l’adorazione notturna dopo la Messa «In Coena Domini» del Giovedì Santo. È il silenzio che, nella preghiera, introduce alla Passione di Gesù.

Una celebrazione che inizia nel silenzio quella del Venerdì Santo. È il silenzio che ha accompagnato l’adorazione notturna dopo la Messa «In Coena Domini» del Giovedì Santo. È il silenzio che, nella preghiera, introduce alla Passione di Gesù.

Il vescovo Francesco Beschi ha presieduto ieri pomeriggio l’azione liturgica in Cattedrale. Tra i sacerdoti presenti anche monsignor Lino Belotti e il rettore del Seminario monsignor Pasquale Pezzoli. La parte iniziale della celebrazione è stata dedicata all’ascolto della Parola di Dio. Le pagine del Vangelo di Giovanni hanno fatto memoria della Passione di Gesù, della sua condanna, del cammino verso la croce e della sua morte. La Parola ha condotto fino ai piedi della croce, là dove stanno Maria e il discepolo e dove gli uomini volgono lo sguardo.

«Lo sguardo di cui parlano le Scritture - ha detto il vescovo nell’omelia - abbraccia la croce e il Crocifisso, che diventano inseparabili e nello stesso tempo distinti». La croce ha richiamato, nelle parole di monsignor Beschi, le sofferenze dell’umanità. «In essa riconosciamo il dolore del mondo e di ciascuno. In essa vediamo il patibolo, lo strumento di esecuzione di una sentenza che condanna». Poi lo sguardo si sposta su Colui che è crocifisso. «Gesù è il protagonista di quella vicenda che sta a cuore ai cristiani e che diventa affascinante per tutti gli uomini e le donne di buona volontà». Cristo diventa lo specchio del dolore dell’uomo.

«In Lui riconosciamo tutti i crocifissi, tutte le persone che gli uomini hanno inchiodato a una croce. I cristiani si riconoscono in Lui, ma anche l’uomo più lontano nel momento della pena si riconosce nel Crocifisso». Ma dalla croce viene anche il messaggio più grande dell’amore di Dio. «Dio nella persona di Gesù – ha continuato il vescovo Beschi – ha voluto identificarsi in tutti i crocifissi e chiede, a coloro che credono in Lui, di riconoscerlo fra i fratelli che soffrono. Davanti ai crocifissi della nostra umanità, non ci muove solo pietà, condivisione o compassione, ma ciò che ci spinge ad un atteggiamento di più intenso amore è il riconoscere lì la presenza di Dio stesso nella persona di Gesù».

Monsignor Beschi ha invitato a uno sguardo nuovo, illuminato dal grande messaggio della croce. «In ogni uomo e donna che soffre, condannato dalla vita e spesso dagli uomini, crocifisso dalla società, riconosciamo il volto e la presenza di Cristo». Nella parte centrale della celebrazione, la venerazione della croce.

Le centinaia di persone presenti ieri in Duomo, tra cui i malati e i volontari dell’Unitalsi, si sono avvicinate al grande crocifisso in legno per un gesto di adorazione e per il bacio della croce. «Il bacio che noi offriamo alla croce - ha spiegato il vescovo - ci riporti alla realtà che viviamo. In mille diversi modi e gesti questo diventi il bacio che, con la stessa intensità d’amore, siamo chiamati a portare a tutti i crocifissi, riconoscendo in loro la presenza di Cristo».

Dopo la comunione eucaristica, si è conclusa la celebrazione, che ci introduce nel silenzio del Sabato Santo. Il vescovo presiederà questa sera alle 21 in cattedrale la solenne Veglia pasquale, che inizierà all’esterno, sul sagrato, con la benedizione del fuoco e con l’ingresso del cero pasquale nella cattedrale immersa nel buio. Durante la Veglia saranno amministrati i Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia a trentasei adulti provenienti da alcune parrocchie della Diocesi.

Monica Gherardi

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