Don Corinno Lascia Brembate Sopra
«La tragedia di Yara ci ha uniti»

Don Corinno Scotti domenica saluta Brembate Sopra insieme al curato don Matteo Bettazzoli. Arrivò dall’Ecuador 13 anni fa e condensarli gli risulta difficile, gli ultimi ancor di più.

Brembate Sopra è il paese scosso e temprato dalla prova più atroce, la perdita di Yara, la «figlia di tutti» persa nel novembre 2010 e ritrovata morta ammazzata.

Tanti brembatesi, trafitti ma non vinti da quella freccia avvelenata, sono corsi davanti all’altare dove ogni giorno don Corinno sosta in silenzio, seduto in un banco delle prime file sulla destra. Molti hanno scritto i loro pensieri, confessato le loro paure e speranze nei quadernoni che, uno dopo l’altro, subito esauriti, don Corinno appoggiava sopra l’altare della Madonna del Rosario.

«Lascio - dice - cercando di vivere giorno per giorno, è difficile dire come e quanto sia cambiata. La nostra tentazione è di guardare indietro e vivere di nostalgia, oppure guardare avanti e vivere di sogni. La cosa più bella invece è la vita ordinaria di tutti i giorni, perché quello è il luogo della fedeltà».

«Nella comunità abbiamo vissuto tanti momenti di gioia e di festa, li ricordiamo bene, ma non sono mancati i momenti dello smarrimento e dell’angoscia. La parrocchia è una famiglia e ci siamo stretti intorno alla famiglia di Yara, in un dolore che è stato ed è ancora il nostro».

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