Dopo Astino, un altro gioiello - foto e video
Ai bergamaschi la Torre dei Caduti

La Torre dei Caduti è tornata ufficialmente nelle mani dei bergamaschi.

Decine di persone si sono fatte trovare pronte all’ingresso della torre già diversi minuti prima delle 12, orario in cui è iniziata l’inaugurazione col sindaco Giorgio Gori, l’ad della Fondazione Bergamo nella Storia Emilio Moreschi, Antonio Parimbelli della Fondazione Banca Popolare e Giorgio Frigeri, presidente della Banca Popolare di Bergamo.

Poi, a gruppi, i presenti hanno intrapreso la salita verso il terrazzo senza sentire troppo la fatica dei 138 gradini.

Una volta in cima fotografie e esclamazioni di apprezzamento si sono sprecate con lo scorcio di Città Alta a primeggiare come l’angolo più apprezzato. Affollate anche le sale con cimeli e nomi dei caduti nella Grande Guerra.

Un altro tassello: riapertura Torre dei caduti e 360 gradi di vista mozzafiato . La sua, una storia particolare da...

Posted by Elena Carnevali on Domenica 24 maggio 2015

Progettata da Marcello Piacentini, è alta sei piani, 45 metri per 188 scalini, e accoglie anche il grande orologio con i suoi meccanismi.

La Torre restaurata propone una veduta diversa di Bergamo dall’alto, ma vuole anche essere un luogo dove avvicinarsi alla storia della città, cominciando dal database che raccoglie i nomi di 12 mila caduti della Grande guerra.

Il restauro e l’allestimento, che gioca su immagini e documenti custoditi in cornici di vetro leggere, quasi sospese, è frutto di un progetto del Comune di Bergamo e Fondazione Bergamo nella Storia, grazie al sostegno di Fondazione Banca Popolare e Banca popolare di Bergamo, la cui sede di piazza Vittorio Veneto è un tutt’uno con il monumento.

Su ogni piano c’è un pannello che invita a guardare fuori dalla finestra, per vedere l’evoluzione dei luoghi. Al primo piano il Sacrario, al secondo un database consultabile dal pubblico (che verrà implementato) con i nomi di 12 mila caduti della Grande guerra e col racconto della costruzione della Torre e della città in quel periodo. Al terzo piano viene raccontata la storia attorno alla Torre e nel quarto la vita sociale, con cimeli e simboli della città (tra gli altri, una copia de L’Eco di Bergamo). Ai piani alti la magia degli ingranaggi dorati, col meccanismo dell’orologio della Torre, alto quasi 2 metri. E poi l’ultimo piano, la terrazza con vista su Bergamo e oltre.

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