È deceduto l’alpinista di Levate
Anche la mamma morì in montagna

È morto nella serata di domenica Alberto Bonanno, l’alpinista 41 enne di Levate scivolato in montagna mentre stava risalendo con i ramponi ai piedi il canale centrale che porta al Redorta, lungo una via innevata. Dieci anni fa anche sua mamma era morta cadendo in una scarpata.

È morto nella serata di domenica 24 agosto Alberto Bonanno, l’alpinista 41 enne di Levate scivolato in montagna mentre stava risalendo con i ramponi ai piedi il canale centrale che porta al Redorta, lungo una via innevata con una pendenza di circa quaranta gradi. L’uomo è caduto ruzzolando per oltre cento metri e finendo contro le rocce.

L’uomo,esperto alpinista e grande appassionato di montagna, aveva raggiunto in mattinata il rifugio Baroni al Brunone per poi affrontare la salita. Ad accorgersi che qualcosa stava andando storto il personale della struttura ricettiva montana che, avendo prima notato qualcuno nel canale e poco dopo più nessuno, ha deciso di allertare i soccorsi. Sul posto è intervenuto il velivolo del 118 di Brescia.

Dopo una breve perlustrazione hanno individuato il ferito, recuperato dai tecnici scesi con il verricello. Una volta imbragato e issato a bordo, l’uomo è stato portato in volo nei pressi del rifugio. L’elicottero è atterrato in un prato dove è stato praticato il massaggio cardiaco. Una volta rianimato, il quarantunenne è stato intubato e portato all’ospedale Papa Giovani XXIII in terapia intensiva, dove è arrivato in condizioni gravissime. Condizioni che sono peggiorate nella serata di domenica quando il 41enne è deceduto.

Una notizia tragica per la comunità di Levate e per la famiglia Bonanno che già era stata colpita dieci anni fa da un altro dramma in montagna. Nel febbraio del 2003 proprio Alberto aveva scoperto il corpo senza vita della mamma. Carmen Ronzoni di 57 anni, morta mentre era a funghi in un bosco. La donna era caduta in una scarpata vicino all’alveo del torrente Imagna, ad Almenno San Salvatore. A dare l’allarme proprio il figlio Alberto.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 25 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA