Ernestina e la tecnologia

di Andrea Vitali

Mentre fa i suoi mestieri la Domestica Sportiva non canticchia canzonette d’antan come fanno molte tra le sue colleghe. Preferisce un sottofondo agonistico. Sempre stata così.

di Andrea Vitali

Mentre fa i suoi mestieri la Domestica Sportiva non canticchia canzonette d’antan come fanno molte tra le sue colleghe. Preferisce un sottofondo agonistico. Sempre stata così. Negli anni passati si serviva di un registratore (un Geloso, di quelli coi nastri che bisognava stare attenti attentissimi sennò si ingarbiavano e allora addio fichi).

Aveva naturalmente la sua top per gli ascolti: i fratelli Abbagnale e Bisteccone, gli arrivi in volata di De Vlaeminck, i doppi di Panatta e Bertolucci (soporiferi, ideali per addormentarsi al tictoc delle palline), le gare in moto di Agostini (senza commento, solo rumore per una sveglia degna di Full Metal Jacket) e infine un imprecisato numero di derby, tra cui un Milan-Inter del 1978 e un Napoli-Roma, derby del Sud, del 1980 di cui ancora non conosce il risultato finale perché il nastro del Geloso non ha coperto i minuti di recupero.

Poi però si è adeguata al progresso.

D’altronde se anche la Gazzetta ha cominciato a pubblicare notizie di cronaca non sportiva, la coppa dei campioni è diventata Champions League, la Mitropa Cup è desaparecida e la Coppa delle Fiere è diventata una specie di refugium peccatorum, voleva dire che c’era qualcosa di nuovo nell’aria. Quindi: televisore Hd, schermo piatto come la perpetua del prevosto, misure 100 per 50 ( più o meno quelle di un campo di calcio ), decoder, chiavette, lettori e un discreto mutuo per pagare tutto il materiale più l’abbonamento a ogni canale sportivo che il digitale, terrestre o alieno, manda in giro.

Ipad e Ipod?, si chiederà. Come stare senza? Come fare quando è in trasferta in casa di questo o di quello? Grazie a una scommessina vinta per caso, è riuscita ad acquistarli entrambi senza bisogno di estensioni del mutuo. Ha scommesso sul Vitesse, pensando che fosse una squadra francese, e ha vinto nonostante quella squadra sia in tutto e per tutto olandese.

«Fortuna audaces iuvat», ha commentato il professor Mattia Canais, l’uomo al quale la Domestica Sportiva fa i mestieri una volta alla settimana e che in quanto a cultura sportiva è ancora fermo ai ludi circensi dell’antica Roma. Di fortuna, l’Ernestina Mascià conosce solo il Dusseldorf. Ma ha coscienza di non esserseli meritati appieno quei soldi vinti. «Pecunia non olet», l’ha consolata il professore. Quindi si siede, ascolta l’esegesi dei motti citati e commenta: quella fortuna di cui ha parlato il prof continua a benedire i romani, basta vedere il gol con cui i giallorossi hanno battuto l’Empoli. Circa l’altro, lo conosce bene, suo padre il verduraio sempre squattrinato glielo diceva sempre: «I soldi non hanno odore, e se ce l’hanno io non l’ho mai sentito».

Andrea Vitali, celebre scrittore lecchese di Bellano, cura «La Domestica sportiva», una nuova rubrica sulle pagine sportive de L’Eco di Bergamo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA