Expo, Bergamo gioca le sue carte
«Fare squadra» è la parola chiave

Nel cuore levigato di Palazzo Italia il sindaco Giorgio Gori e l’assessore alla cultura e Expo Nadia Ghisalberti, a conclusione della Giornata bergamasca Anci, presentano l’Expo dell’amministrazione ma anche lanciano una squadra e un metodo, quello di Bergamo Experience, il sistema, finalmente.

Che, nato per Expo, dovrebbe sopravvivere all’impresa e dare ali alla nuova immagine dell’operosità bergamasca rivolta all’utile e al bello, decisa a valorizzarsi senza più timidezze. Il sindaco Gori tiene il timone, ma è Ghisalberti (nella foto principale) a presentare le azioni, raccolte sotto due slogan «La meraviglia a un passo da expo» e «Un capolavoro italiano». «Abbiamo scelto di investire su Expo pensando a un futuro innovativo e sostenibile per la città». Qualcosa che resti e faccia la differenza.

Per cui i progetti (noti ai bergamaschi, ma da far conoscere a tutti gli altri) della valle della biodiversità ad Astino, della riapertura dell’Accademia Carrara, del rilancio di Donizetti come «brand» mondiale e giovane col festival Doremix e il Donizetti Pride la notte del solstizio d’estate, il 20 giugno. Tanta comunicazione e un nuovo sito, i volontari per il turismo e la speranza di lanciare la città - definitivamente - fra le star culturali italiane. Squadra, ha detto il sindaco ringraziando tutti, e Andrea Locati della Camera di Commercio ricorda i due anni di lavoro comune per preparare Expo, enti e organizzazioni coordinati dal vicepresidente della Camera Matteo Zanetti. «Bergamo Experience ha ottenuto un finanziamento da Regione Lombardia giocando su comunicazione e attività di richiamo».

Per Luca Pezzini di Confindustria «abbiamo cominciato nel 2011 a dare idee ai nostri per insistere sulla Expo opportunity: 400 aziende bergamasche sono state coinvolte, dai main sponsor come Gewiss, San Pellegrino, Italcementi alla miriade di fornitori e artigiani». Ora si cercherà di cavarne il massimo: tra i progetti Expotechnology in collaborazione anche con BergamoScienza.

L’Expo bergamasca conta anche sull’enogastronomia di Slow food e della Domus di Signum, sui 9 formaggi dop, i vini doc e docg, il moscato dei 39 produttori in 51 ettari, le 21 cantine del consorzio Valcalepio, i «chilometri veri», nota Raoul Tiraboschi di Signum, dei produttori che ci mettono la faccia.

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