Furbetti del cartellino in Comune
In 50 sotto inchiesta a Piacenza

Il procuratore capo: erano soliti timbrare il cartellino in ufficio per poi uscire «a farsi i fatti propri».

Cinquanta dipendenti del Comune di Piacenza sono indagati con le accuse di falso e truffa: secondo la Procura della Repubblica erano soliti timbrare il cartellino in ufficio per poi uscire «a farsi i fatti propri»: «Chi andava in palestra e chi andava a fare spesa», affermano Salvatore Cappelleri, capo della procura, e il pm Antonio Colonna. Sono i primi dettagli che riguardano il blitz cominciato nella mattinata di mercoledì 28 giugno negli uffici della sede comunale di Palazzo Mercanti a Piacenza.

Le indagini, condotte da Polizia municipale e Guardia di finanza, riguardano anche alcuni casi di peculato: qualcuno avrebbe utilizzato mezzi di servizio per scopi non lavorativi. Dei 50 indagati, dieci sono a piede libero, gli altri sottoposti a misura cautelare: uno agli arresti domiciliari, gli altri 39 sono stati fotosegnalati in caserma e poi sottoposti all’obbligo di firma. Gli inquirenti avrebbero filmati e pedinamenti, effettuati nel corso degli ultimi mesi, che dimostrerebbero la condotta dei dipendenti «infedeli’».

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