Giotto avvelenato, il racconto:
«È morto tra le mie braccia»

«È prudente tenere i cani al guinzaglio, sono le persone che a volte andrebbero legate…». C’è rabbia e incredulità nei commenti postati sul sito de L’Eco e sui social network dopo la morte per avvelenamento, negli ultimi giorni, di due cani sul Monte Farno sopra Gandino.

«È prudente tenere i cani al guinzaglio, sono le persone che a volte andrebbero legate…». C’è rabbia e incredulità nei commenti postati sul sito de L’Eco e sui social network dopo la morte per avvelenamento, negli ultimi giorni, di due cani sul Monte Farno sopra Gandino

Per approfondire le indagini riguardo i possibili responsabili, il Corpo Forestale attende gli esiti degli accertamenti sulla carcassa dello springer Giotto, che mercoledì è stato la prima vittima dei bocconi avvelenati. A questo proposito i due giovani proprietari, Matteo e Stefania di Albano Sant’Alessandro e Calcinate, hanno raccontato la loro triste esperienza in un accorato messaggio inviato alla trasmissione «Il Meteo» di Bergamo TV. Proprio il programma di Roberto Regazzoni aveva nel recente passato trasmesso alcune immagini di Giotto, impegnato in escursioni fra i monti.

«Eravamo sul sentiero - scrive Matteo - felici e spensierati come sempre con il nostro fedele amico, incontenibile come non mai, incredulo di spaziare tra l’erba e la neve nello stesso momento. Improvvisamente Giotto ha ceduto sulle gambe, iniziando a sbavare copiosamente. Ho cercato in tutti in modi di farlo bere e vomitare, in modo che qualsiasi cosa avesse ingoiato, fosse eliminata. Ma più passavano i minuti e più le convulsioni aumentavano: mi guardava negli occhi come se mi chiedesse aiuto. Lo stringevo forte a me incredulo, mi dicevo che Giotto è indistruttibile. Invece, dopo circa mezz’ora, se n’è andato nei posti che più amava. L’ho coperto con il telo che avevo nello zaino, lasciandogli scoperta la testa, e siamo rimasti lì per un’ora nel silenzio della montagna».

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