Grassobbio, chiesa gremita per Pavone
Il suo investitore resta in carcere

Oltre un migliaio di persone si sono riversate nella chiesa parrocchiale di Grassobbio per dare l’ultimo saluto a Francesco Pavone ,57 anni, ucciso in strada giovedì alle 7,30 mentre in moto andava al lavoro, all’Aler a Bergamo.

«Il Signore ci dia pace e fede nella vita anche quando tutto intorno a noi sembra morte» commenta il parroco don Manuel Beghini. Da poco meno di un anno Pavone era assessore ai Lavori pubblici a Grassobbio. Una celebrazione commossa e molto sentita quella della mattinata di sabato. Con la famiglia e gli abitanti del paese, i tanti amici e conoscenti, anche il sindaco di Zanica Luigi Locatelli, il vicesindaco di Seriate Gabriele Cortesi. «Altri sindaci avrebbero voluto esserci - osserva Epis -, ma a Bergamo c’era una manifestazione per loro e con loro». E continua: «Caro Franco, quello che hai fatto in questo anno di vita pubblica, l’hai fatto con dedizione, mettendoti al servizio degli altri con competenza e umiltà, cercando le soluzioni più favorevoli per i cittadini».

In Tribunale, nella stessa mattinata è stato confermato il carcere per il suo investitore, Matteo Vitali. Il «pirata» era recidivo: in passato gli era stata ritirata per 4 volte la patente. In un primo momento - dopo lo schianto - si era fermato, era sceso dal mezzo e aveva accennato a tornare indietro, risalendo però subito sul furgone e allontanandosi. È stato poi bloccato dopo aver provocato un secondo incidente: il magistrato aveva chiesto per lui l’arresto in carcere per via dei precedenti.

Vitali era già stato condannato per aver coltivato marijuana e aveva un paio di precedenti di polizia, tra cui un furto. Non solo: in passato per ben quattro volte gli era stata sospesa la patente di guida.

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