I tre termovalorizzatori alla carica:
più tonnellate di rifiuti da bruciare

Non è la nuova Terra dei fuochi. E nemmeno la pattumiera del Nord. Di certo però la concentrazione di impianti di termodistruzione, inceneritori, aziende a rischio, ne fanno un territorio decisamente poco appetibile, almeno dal punto della vivibilità.

Stiamo parlando dell’Isola, o meglio di quella zona del triangolo, tra Adda e Brembo, tanto caro a Leonardo e di colleonesche memorie, che si snoda tra i territori di Filago e Madone, tra insediamenti industriali e artigianali, che sono spuntati come funghi negli ultimi decenni. Filago è a metà strada fra Dalmine e Trezzo sull’Adda, quella strada lunga 17 chilometri, ma in linea d’aria non sono più di 8, dove si trovano tre termovalorizzatori, che bruciano rifiuti. E generano energia.

È questo il dipartimento degli inceneritori che oggi si lavorano oltre 450mila tonnellate l’anno di rifiuti (la Lombardia ne produce 5 milioni): non solo urbani, ma anche speciali e pericolosi. Filago con Ecolombardia 4 (che fa capo ad A2A), Dalmine con Rea (Rifiuti energia ambiente) e Trezzo con Termotrezzo rappresentano dunque tre poli dei rifiuti con performance relative alle loro attività decisamente elevate. Nonostante ciò - grazie al decreto Sblocca Italia - alcuni termovalorizzatori saranno ampliati e potranno lavorare tonnellate in più di rifiuti.

L’impianto Ecolombardia 4 di Filago tratta rifiuti speciali (industriali) e non quelli urbani. Negli anni 2012, 2013 e 2014, sono state termodistrutte mediamente poco meno di 80 mila tonnellate. Ecolombardia 4 ha chiesto di poter trattare sino a 13 t/h rispetto alle attuali 10 t/h. Per quanto riguarda l’impianto Rea di Dalmine, si è passati dalle 136.274 tonnellate di rifiuti lavorati nel 2012 alle 154.970 del 2014. Come è noto, la stessa Rea Dalmine ha presentato a Regione Lombardia una richiesta di variante dell’Autorizzazione integrata ambientale per la realizzazione di una terza linea di termovalorizzazione rifiuti. Infine, Termotrezzo di Trezzo sull’Adda smaltisce la frazione secca di rifiuti solidi urbani e i rifiuti industriali non pericolosi. Nel 2012 ha lavorato 163.778 tonnellate di rifiuti, salite a 166.645 nel 2014. Termotrezzo ha ora presentato una richiesta per passare a 355 mila tonnellate.

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