Il colpo alla villa di Dalmine
«Nessuna auto della Gdf»

Non è stata usata alcuna auto di servizio della Guardia di Finanza - e quindi non sono stati usati lampeggianti - bensì una vettura civile sulla quale era stata tra l’altro montata una targa che è risultata rubata nel tentativo di mettere a segno il colpo in villa a Dalmine.

La precisazione arriva con un comunicato ufficiale diffuso giovedì mattina dalla Procura della Repubblica di Bergamo e dalla Guardia di Finanza di Bergamo. I complici - si legge sempre nel documento - indossavano solo le pettorine della GdF; inoltre il militare che faceva parte della banda non appartiene alle Fiamme Gialle di Milano ma a quelle di Como, ed era fuori servizio.

Lo scopo era quello di rapinare la villa di un nomade di Dalmine. Ma il colpo è stato interrotto da un blitz dei carabineiri, intervenuti prima in borghese e poi in divisa: evidentemente l’Arma teneva sotto controllo gli spostamenti dei quattro, forse perché sospettati di altri colpi.

Per tutto il resto della vicenda il condizionale è comunque d’obbligo, visto che ieri i carabinieri della compagnia milanese Duomo hanno mantenuto il massimo riserbo sulla vicenda, senza confermare nulla. Anche se alla scena, avvenuta in pieno giorno in via San Francesco d’Assisi a Brembo di Dalmine, hanno assistito attoniti vari residenti.

I quali avevano pensato che i finanzieri stessero effettuando un controllo fiscale al padrone di casa. Invece poco dopo sono arrivati i carabinieri, che hanno scavalcato la cancellata e arrestato quattro persone. Nientemeno che i quattro arrivati poco prima con la pettorina delle Fiamme Gialle.

Lo zingaro era invece la vittima designata, anche se, al momento della rapina nella sua villa, non si trovava in casa: dentro c’erano soltanto i suoi domestici. Non è chiaro se i quattro abbiano fatto in tempo a portar via qualcosa e se fossero armati, di certo il blitz è scattato dopo pochi minuti: i carabinieri li hanno lasciati entrare nella villa e poi sono intervenuti.

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