Il papà di Patrick accusa il Comune
Il sindaco: fatto tutto il possibile

«Facendo una valutazione a posteriori cosa posso dire? Si può sempre fare di più, certo. Ma assicuro che il caso di Jessica e Patrick era tenuto sotto strettissima attenzione da parte dei servizi sociali». Parla il sindaco di Ponteranica, Alberto Nevola.

«Facendo una valutazione a posteriori cosa posso dire? Si può sempre fare di più, certo. Ma assicuro che il caso di Jessica e Patrick era tenuto sotto strettissima attenzione da parte dei servizi sociali». Il sindaco di Ponteranica, Alberto Nevola, è tra gli amici di Facebook sul profilo della mamma che mercoledì notte si è gettata in un dirupo sul monte Avaro dopo avere ucciso il figlio di 9 anni.

Il padre di Patrick, Marco Lorenzi e i suoi familiari in questi giorni hanno accusato proprio il Comune di non averli aiutati, di non aver capito che la depressione di cui soffriva Jessica avrebbe potuto sfociare nella tragedia.

Una tragedia evitabile, come dicono? «Cosa sia scattato nella testa di Jessica è difficile dirlo. Posso però dire che era un nucleo familiare problematico ma, da come si sono mossi tutti gli attori di questa vicenda, nulla poteva far pensare che Patrick corresse dei rischi. E a Jessica erano state date ampie rassicurazioni sul fatto che nessuno le aveva intenzione di portarle via suo figlio».

MARTEDI’ L’AUTOPSIA

L’autopsia sui corpi di mamma e figlio è fissata per martedì mattina dal magistrato Raffaella Latorraca all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Il pm ha affidato l’incarico al medico legale Luca Tajana, esperto del dipartimento di medicina legale dell’Università di Pavia. L’esame servirà a stabilire l’orario e le cause della morte del piccolo Patrick, 9 anni, colpito al viso e ferito ai polsi da una pietra e – probabilmente – da un coltello che è stato ritrovato sul bordo del precipizio da cui Jessica si è gettata. Un esame tossicologico stabilirà inoltre se la 41enne di Ponteranica avesse assunto psicofarmaci.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 31 agosto 2014

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