Il papà di Simone: mai più
«Ora voglio una pena esemplare»

Voglio guardare dritta negli occhi quella persona che ha ucciso mio figlio, ma soprattutto voglio che venga fatta giustizia». Sono le parole di Aldo Suardi, il papà di Simone, il ventitreenne della frazione martinenghese di Cortenuova di Sopra travolto da un’auto pirata sabato sera.

«Voglio guardare dritta negli occhi quella persona che ha ucciso mio figlio, ma soprattutto voglio che venga fatta giustizia». Parole dettate da tanta rabbia e determinazione quelle di Aldo Suardi, il papà di Simone, il ventitreenne della frazione martinenghese di Cortenuova di Sopra travolto da un’auto pirata sabato sera, a pochi metri da casa, mentre viaggiava in sella al suo scooter.

Giovedì 24 luglio si è reso disponibile a esprimere i propri pensieri subito dopo avere appreso che l’investitore kosovaro che ha investito il figlio si è costituito. Scuote la testa con le lacrime agli occhi nel cortile della sua casa di via Cortenuova, dove la moglie e gli altri tre figli forse non si rendono ancora conto della tragedia che li ha colpiti. Con un filo di voce non crede alla versione del kosovaro, del suo viaggio verso la Svizzera e poi il Kosovo dove la madre lo convince a costituirsi: «Non voglio passare per uno cattivo e senza cuore ma come si può definire brava persona una che travolge un ragazzo, gli passa sopra e poi scappa, pentendosene cinque giorni dopo? Ora come ora non credo a una parola di quello che ha affermato».

Troppo il dolore di Aldo Suardi per contenere i suoi pensieri negativi che si rivolgono anche al Comune di Martinengo: «Lunedì mi troverò col mio avvocato per avviare tutte le pratiche rivolte a individuare le responsabilità che riguardano il Comune – ha anticipato Suardi – al quale più volte avevo segnalato la pericolosità di quella strada e la necessità di fare qualcosa per limitare la velocità dei veicoli».

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