Il Papa: Dio bussa alla nostra porta
Liberiamo il Natale dalla mondanità

«Cristo bussa alla nostra porta», «passa» nelle nostre vite, e a Natale, come ogni giorno, dobbiamo essere «liberi da ogni mondanità e pronti ad accoglierlo».

Lo ha sottolineato Papa Francesco prima dell’Angelus, osservando «quante volte Dio ci manda un angelo e quante volte non ce ne rendiamo conto perché siamo presi da pensieri, affari e in questi giorni anche dai preparativi del Natale, da non accorgerci di colui che bussa alla nostra porta chiedendo accoglienza e chiedendo un sì come quello di Maria». In piazza San Pietro, a pochi metri dalle vie dello shopping, lo ascoltavano decine di migliaia di persone.

«Un santo diceva - ha continuato il Papa -: “Ho timore che il Signore passi”. Sapete perché aveva timore? Aveva timore di non accorgersene. Quando nel nostro cuore sentiamo «sono pentito di quello che ho fatto», è il Signore che bussa, ti fa sentire migliore e senti la voglia di essere migliore e più vicino agli altri». «Se tu senti questo - ha suggerito il Pontefice - va al Signore, alla preghiera, forse alla confessione, a pulire un po’ la salsa. Ma ricordati, va, non lasciarlo passare».

Il Papa ha ripreso lo stesso tema, sotto forma di incoraggiamento, anche dopo l’Angelus, prima di congedarsi dalla folla, augurando un Natale di «pace», nel quale essere capaci di tenere «le porte aperte» e vedere «il Signore che passa». Il Papa ha riflettuto sul passaggio di Gesù nelle vite e nella storia in gran parte a braccio, dopo aver letto le considerazioni su Maria, «umile fanciulla di Nazareth», cioè della periferia dell’Impero, che è stata capace di «un “sì” umile e coraggioso», e per questo «insegna a cogliere il momento favorevole in cui Gesù passa nella nostra vita e chiede una risposta pronta e generosa».

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