Il sindaco, Lizzola e i profughi
«Il problema c’è, ma siamo accoglienti»

Sonia Simoncelli interviene sul tema dei profughi: «Non siamo né xenofobi nè razzisti». Convocato un vertice con prefetto, parlamentari e consiglieri regionali.

Sonia Simoncelli, sindaco di Valbondione, nel cui territorio ricade la località di Lizzola, al centro di diverse polemiche per il notevole numero di profughi ospitati, interviene nel dibattito in corso con un comunicato ufficiale. «In qualità di sindaco, a seguito della risonanza televisiva e mediatica, che è stata data recentemente al problema dei migranti ospitati a Lizzola, causata da dichiarazioni rilasciate da alcune persone del paese agli organi di stampa al fine di tutelare l’immagine di Valbondione e dei suoi abitanti che è stata largamente distorta in quanto la realtà è ampiamente distante da quanto emerso, comunico che: pur ribadendo che il problema dei migranti nel nostro Comune esiste e va risolto, in quanto presenti in numero sproporzionato rispetto alla piccola frazione, ( 100 immigrati e 120 abitanti), ma ciò non significa che la gente di Valbondione sia xenofoba o razzista come emerge dalle dichiarazioni di tre persone del paese».

«Al contrario, la gente di Valbondione è sempre stata e sempre sarà disponibile all’accoglienza delle persone forestiere, senza pregiudizi; ovviamente nei limiti delle sue possibilità, capacità e disponibilità. La comunità di Lizzola grazie alla grande disponibilità all’accoglienza dimostrata dai residenti convive da un anno con questo enorme numero di migranti, nonostante le difficoltà che quotidianamente emergono, ed è modello di comunità accogliente. Il nostro è un comune che con un immane sforzo in termini di energie e costi a carico della comunità nel 2014 è riuscito a far riaprire la stazione sciistica di Lizzola, dopo il clamoroso fallimento della Società Stl che ha arrecato ingenti danni economici e sociali al territorio e alla comunità di Valbondione e non solo».

«Se anche l’economia turistica sulla quale il nostro piccolo comune vive viene compromessa, le prospettive di vita per le famiglie e i giovani, si annulleranno e aumenterà in modo esponenziale il fenomeno dello spopolamento che già sta colpendo i territori alpini come il nostro. Questo comporterà l’abbandono dei territori, la loro conservazione e la perdita dell’identità e cultura, elementi questi su cui si basa la strategia dei programmi di sviluppo regionali ed europei, sui quali anche i nostri operatori turistici e agricoli stanno investendo. È chiaro a tutti che il problema generale dei migranti, a causa della enorme dimensione che ha assunto, deve essere affrontato non più a livello nazionale, ma europeo».

«Quello che noi possiamo fare è quella di dare una mano nell’emergenza, per un senso del dovere, di solidarietà e di responsabilità; emergenza che però non può diventare cronica e far morire un territorio. Per gestire al meglio questa situazione, e con l’obiettivo di trovare in tempi brevi una soluzione giusta e umanitaria, che non arrechi danno alla comunità di Lizzola e Valbondione tutto, e al tempo stesso sia di supporto all’emergenza migranti, ho convocato un incontro con il prefetto, con gli 11 parlamentari e i consiglieri regionali bergamaschi. Confido nella loro attenzione al territorio e sono certa che da un confronto condiviso di tutte le parti si individuerà la giusta soluzione».

«Per tutelare l’onore e la rispettabilità degli abitanti di Valbondione che rappresento, nel consiglio comunale di giovedì 30 luglio ho fatto inoltre il seguente appello:

1. invito al senso di responsabilità le persone del nostro Comune che hanno una rappresentanza istituzionale, e quindi i consiglieri comunali, prendendo le distanze da iniziative propagandistiche che hanno come unico risultato quello di dare l’immagine falsa di una Valbondione razzista, piena di odio, e xenofoba.

2. invito i rappresentanti istituzionali di altri Comuni, in primis i sindaci, a non usare il nostro Comune come luogo per fare propaganda mediatica e televisiva (senza neppure darcene avviso) delle loro sia pur legittime istanze, facendo poi ricadere su Valbondione, in termini di immagine, le conseguenze delle loro esternazioni. Possono farlo direttamente nei loro Comuni.

3. invito infine coloro che non hanno alcuna rappresentanza istituzionale, qualora intervengano in trasmissioni televisive o comunque mediatiche, a specificare che parlano a titolo personale, visto che non rappresentano istituzionalmente nessuno al di fuori di loro stessi, e che è ingiusto che tutta la popolazione di Valbondione venga coinvolta e ritenuta concorde delle loro esternazioni, opinioni, e del loro credo politico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA