Al Quirinale tra proteste e selfie
Voti anche a Greggio, Totti e Forlani

Era iniziato come il giorno della convergenza su Sergio Mattarella, è finita con un nulla di fatto. Giochi di ruoli, sorrisi d’intesa, voti veri, quelli «burla» che non mancano mai.

Preferenze provocatorie annunciate come quelle a Giancarlo Magalli, il conduttore diventato una star del web ma che poi ha ottenuto solo un voto in cabina (un flop se si considera il tam tam), contro i due a sorpresa di Ezio Greggio, volto storico di Drive in e Striscia la Notizia, a Sabrina Ferilli, ad Arnaldo Forlani.

Ma per sintetizzarla con una battuta all’Ansa del senatore azzurro Antonio Razzi: «per colpa di Renzi», tutto si è risolto «in una fumata nera». La giornata era iniziata con la pioggia su Montecitorio assediata per la riunione del Parlamento in seduta comune. Attorno al palazzo le misure di sicurezza sono stringenti, l’accesso è di fatto interdetto ai non parlamentari e ai «non addetti ai lavori».

E mentre ai margini della piazza si teneva una manifestazione che chiedeva la verità sul caso di Emanuela Orlandi, in via degli Uffici del Vicario all’improvviso si sono levati slogan e urla contro i parlamentari che arrivavano in ordine sparso. Una giornata che non annunciava novità clamorose, in verità e procedeva in tono minore, ministre e deputate non sfoggiavano i look delle grandi occasioni, molte in pantaloni, la pioggia incessante non dava tregua, fuori da Montecitorio anche la protesta dei Forconi: «Vergogna, vergogna, vergogna». «Questo palazzo è nostro». Contestazioni fischi e urla di «buffoni».

Una ventina di persone Coordinamento 9 dicembre, quello in passato comunemente noto come Forconi contro quella che definiscono una «elezione illegale»’, accolgono i deputati e senatori che entrano alla Camera per le votazioni.

Poco prima si erano perse le tracce di Berlusconi che dopo aver riunito i vertici di FI a Palazzo Grazioli e dopo avere incontrato Fedele Confalonieri, ha deciso di concedersi una pausa andando a fare shopping per le vie del centro di Roma. «Ho bisogno di pensare», avrebbe detto ai suoi fedelissimi lasciando Palazzo Grazioli.

Alle 15.10 un lungo applauso dell’Aula di Montecitorio ha segnato l’ingresso del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Altra ovazione quando il senatore a vita ha deposto la sua scheda votata nell’urna, avviandosi verso l’uscita e salutando tutti. Parecchi parlamentari non hanno resistito alla tentazione di fare un selfie con Napolitano mentre la presidente Boldrini dall’alto del suo ruolo ha dovuto ricordare che «in Aula non si fanno foto».

Non solo fair play in Aula. A Giorgio Napolitano sono toccati anche dei fischi giunti dai settori di Lega e M5s. Deputati poco «ospitali» nei confronti dei colleghi senatori nell’Aula di Montecitorio. I «padroni di casa» sono rimasti per la maggior parte seduti ai loro posti mentre i senatori sono restati perlopiù in piedi.

Su Twitter ha preso il volo l’hashtag #Quirinale2015.

Momenti di tensione per i cartelli della Lega che riportavano la pagina del Manifesto del 28 giugno 1983 che titolava «Non moriremo democristiani», per protesta contro la candidatura al Colle di Sergio Mattarella. Ma i cartelli leghisti sbandierati anche da Calderoli sono stati subito rimossi.

Alle 19.02 si è conclusa la prima votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica. Nessuno ha raggiunto il quorum dei 673 voti richiesti nei primi tre scrutini. Oltre agli annunciati Ferdinando Imposimato, il più votato, Vittorio Feltri, Emma Bonino e Luciana Castellina, sono spuntati i nomi di Totti e Sabelli Fioretti.

Ma la vera sorpresa i nove voti che ha ottenuto uno sconosciuto ai più, un certo Mauro Morelli. Sul web tracce se ne trovano solo nei profili di un tecnico riparatore di strumenti a fiato o di un consulente del lavoro. Non sono mancate goliardate targate 5 stelle: il voto è stato immortalato e postato sui social da Barbara Lezzi e Matteo Dall’Osso e addirittura il deputato Manlio Di Stefano si è filmato durante il voto e poi ha postato il video su Fb.

© RIPRODUZIONE RISERVATA